Come risolvere un mucchio di problemi con facilità
Mentre siamo qui a sorseggiare bicchieri di champagne nei cafè letterari, l’Italia va in rovina.
Mentre facciamo un trenino nella ludoteca sotto casa cantando a pieni polmoni “Brigitte Bardot-Bardot”, l’Italia va in rovina.
Mentre ci strusciamo con degli sconosciuti ad uno schiuma-party di dubbio gusto, l’Italia va in rovina.
Mentre non fate nessuna di queste attività, l’Italia va in rovina.
Sebbene il disinteresse sia sempre un arma vincente e vi doni anche quell’aria misteriosa che tanto stuzzica le nostre donne, forse non è la soluzione più indicata. Molti di noi giovani e giovanissimi si sono convinti che nel nostro paese non ci sono possibilità e si sono arresi all’idea di partire andando ad arricchire le fila della “fuga di cervelli”, anche se hanno difficoltà con il calcolo dei resti al supermercato.
Io no, io qui ci voglio restare perché mi piacciono i trenini e gli schiuma-party alla nostra maniera e mi sono dovuto interrogare su come affrontare la situazione nel caso in cui si dovesse mettere veramente male. Dopo svariati mesi di intense riflessioni, ho capito che la cosa migliore da fare era individuare una categoria a cui attribuire la responsabilità di tutti i nostri errori e fallimenti, senza eccezioni, un nome associato ad animali da urlare quando urti lo spigolo con il mignolo del piede.
Dopo aver eliminato le minoranze per evitare problemi di natura sociale e alcune tipologie a cui sarei potuto appartenere anch’io dopo una frettolosa analisi dei miei like sui Facebook, ho finalmente trovato quello che andavo cercando. La categoria da me suggerita è quella dei potenziali Dj (potenziali quanto lo potremmo essere io e te, caro lettore) poiché balza subito all’occhio la correlazione positiva fra il tasso di crescita esponenziale di questi soggetti (paragonabile solo alla peste bubbonica nel 1348, con la differenza che la peste ha portato meno degrado) e l’aggravarsi della crisi.
C’è tutta una nuova generazione che sta muovendo i primi passi in questa direzione e ha tutte le prerogative per portarci verso il baratro morale ed economico. Generalmente la figura del giovane Dj nasce negli anni del liceo, dopo aver letto rapidamente la biografia di Bob Sinclair su Wikipedia e da li in poi incomincia a inseguire questo sogno, insieme a mille altri esattamente uguali a lui.
Il primo passo è comprare attrezzatura giusta per mettersi all’opera, l’arsenale comprende software di editing musicali, mixer e l’immancabile macbook pro, l’idea di fondo è che nel caso in cui dovesse andare male come Dj gli resta il macbook pro che altrimenti i suoi non gli avrebbero comprato.
La fase due consiste nella scelta del genere di musica elettronica, ogni Dj vorrà andare a specializzarsi in un genere di nicchia, ma veramente di nicchia e si riempirà la casa di praticissimi vinili, lo vedrete andare in giro con un trolley per trasportare il lettore di vinili portatile mentre voi ascoltate i vostri 3000 brani con l’ipod in tasca. La scelta del genere è determinante per la vita artistica di un dj, è un punto di non ritorno e per questo inscenerà un finto furto in casa propria per recuperare i soldi necessari per comprare tutte le discografie essenziali su beatport. Una volta che il futuro Dj avrà intrapreso la sua strada, vorrà condividerla con voi su facebook postando ripetutamente tracce audio ai limiti della legalità accompagnate da commenti del calibro di “orgasmo minimale” e da indicazioni per l’ascoltatore “minuto 3:12 delirio” (se tu selezioni il momento indicato, sentirai il rumore che ottieni quando fai sbattere il cucchiaio di legno sul lavello).
Nella terza fase Ia nostra giovane promessa incomincia a essere operativa tutti gli effetti con qualche brano all’attivo e lo vedrai aggirarsi per i corridoi delle scuole pregando con soli sette mesi di anticipo chi fa il diciottesimo di farlo suonare. Puntualmente, sette mesi dopo si presenterà con tutto il necessario e monopolizzerà la console con la sua musica creando il vuoto in pista e l’imbarazzo dei genitori della festeggiata. L’assolo viene interrotto dopo circa mezzora inscenando un finto blackout, il Dj senza più punti di riferimento se ne andrà da solo fra il sollievo generale e la festa sarà libera di partire.
Il livello successivo si svolge all’università, mentre la maggior parte tira le somme e si accontenta del macbook pro, vedremo i più tenaci andare avanti e iscriversi alla facoltà ingegneria del suono, di recente introduzione. Ora senza più l’impegno scolastico passeranno il giorno a girare con l’Iphone in mano per campionare i rumori (nei cantieri e nei supermercati) e a pianificare le serate inseguendo per la provincia gli amici che suonano.
N.B. Ai fini della chiarezza bisogna specificare che l’idea di serata in discoteca per un Dj è diversa dalla nostra, il Dj entrerà e si sistemerà sotto la cassa difendendo la posizione con i denti, passerà le due ore seguenti immobile lasciandosi sfuggire commenti del tipo “Senti che Groove” o piccole lamentele tecniche come “Dannazione, questo impianto non sfrutta bene l’equalizzatore”.
L’ultimo step si realizza quando finalmente conosce il tizio giusto che può farlo suonare, ma non è così semplice, quel posto se lo deve guadagnare a suon di prevendite ovvero riempiendo gli amici di inviti su fb per inaugurazioni di centri commerciali nel Molise. Dopo aver venduto le prevendite a tutti i suoi familiari (anche ai cugini di grado superiore al secondo) il nostro Dj riesce a ottenere uno spazio in consolle dalle 3 e mezza alle 4, solitamente esce di casa insieme a quelli che lavorano all’ortomercato. Raggiunto il locale, delle 14 persone che c’erano a ballare, 8 se ne vanno perché quello prima di lui ha spento l’impianto e quelli che restano gli chiedono se sa il numero per chiamare un taxy. Alle 4 meno 5 l’inserviente delle pulizie lo fa smettere e il Dj torna a casa soddisfatto del suo Groove e sapendo che questo è il prezzo per aver scelto di non essere commerciale.
Finirà a 35 anni a lavorare alle poste impegnato a raccontare lo sua storia ai pensionati (che la ascoltano, tanto non hanno nulla di meglio da fare) ma non si rassegnerà mai e continuerà a coltivare la sua passione per il suono del bastone della pioggia mentre fuori piove, litigando con gli amici che in macchina vogliono sentire Discoradio.
Con questo breve descrizione volevo rendervi consapevoli del fenomeno che si sta sviluppando la fuori e la scusa “tanto io non esco di casa da sei mesi” non funziona più, fatemi sapere cosa ne pensate.
P.S. nel caso in cui vi riteniate dj e pensiate che l’articolo possa offendervi, offendetevi.
PP.S. Le pornostar che dopo anni di premiata attività decidono di smanettare mezze nude su un mixer hanno invece tutto il mio appoggio e la mia stima.
PPP.S. Io ho fatto solo un anno di ingegneria del suono e mi godo il mio macbook pro.
Tom Scaccomatto
“In fondo le uniche cose democratiche sono i semafori e la pioggia”