Come consolare Valentino Rossi dopo lo scontro con Marquez
Ieri mattina mi ha chiamato Guido Meda tutto trafelato. Non seguo il MotoGp al punto di svegliarmi la domenica alle 8 per guardarlo in tv, ma ho subito intuito che era successo qualcosa a Valentino Rossi. Guido come sempre parlava che non si capisce un cazzo, di certo c’era che a Rossi era capitato un imprevisto e aveva bisogno del mio supporto.
Quindi ho preso il primo aereo per Sepang e una volta arrivato mi sono diretto all’hotel di Valentino. Il suo manager, mentre mi conduceva alla stanza del Dottore, mi ha anticipato che Rossi era molto scosso, addirittura in stato confusionale. In effetti l’ho trovato in mutande che sputava su una grande tv al plasma che trasmetteva ininterrottamente il replay della caduta di Marquez.
Gli ho passato l’accappatoio perché si coprisse, ho spento il televisore col telecomando per evitare di mettere la mano sulle sue scatarrate e ho provato a consolarlo così.
“Caro Valentino, il tempo non fa il suo dovere – e a volte peggiora le cose. Nel senso che stare chiuso in camera a sputare sulle tv non ti aiuterà a stare meglio. Quello che è successo oggi è un bel casino, ma possiamo risolvere la cosa e tu sarai il pretesto per approfondire un piccolo problema di filosofia – ovvero come risultare vincitori anche quando si perde.
Iniziamo col guardare il bicchiere mezzo pieno. La prima cosa bella è che il calcio glielo hai dato apposta e non perché hai la corea di Huntington o altre malattie che fanno muovere involontariamente gli arti. In quel caso non solo sarebbe stato compromesso questo Mondiale, ma anche la tua patente per la moto.
Patente per la moto che ti avrebbero tolto anche se invece che in pista una cosa del genere la avessi fatta in una strada provinciale. E credimi, anche io vorrei speronare i tanti motociclisti che per strada ti sorpassano da destra, da sinistra, da sotto e da sopra sentendosi a Brno quando invece siamo ad Azzano Decimo. Complice il fatto che invece di una penalizzazione mi darebbero cinque anni di carcere evito di farlo. Tu invece ti sei potuto togliere ‘sto sfizio.
Passiamo ora al contrattacco – ovvero come risultare vincitori nonostante il Mondiale sia compromesso. Sei in una posizione di vantaggio perché due piloti giovani che fanno comunella contro un 36enne sono un po’ come due ragazzini che rubano il posto ad un anziano sul bus. E gli anziani ci stanno sulle palle, ma gli adolescenti di più.
L’ultimo Moto Gp, anche se non vorresti, lo dovrai fare. Per un po’ dirai che sei indeciso, che sarebbe come prestare il fianco ai bulletti che ti hanno rubato il posto sull’autobus. Poi farai una conferenza stampa molto toccante in cui dici che l’amore per il tuo sport supera le scorrettezze di ‘sti due poracci e tutti apprezzeranno il fatto che sei un campione anche fuori dalla pista.
Probabilità che tu vinca il Mondiale: più basse della moto di Marquez quando è andato giù. Preparati a fare buon viso a cattivo gioco – dovrai fare i complimenti a Lorenzo e anche un po’ al suo aiutante. Fallo quando tutti ti possono fotografare. Darai l’impressione di essere il più forte perché sì hai perso, ma eravate in due contro uno – e i due sono pure stronzi.
Fra qualche anno, quando ti ritirerai, sarà chiaro che Marquez e Lorenzo eguaglieranno i Mondiali che hai vinto tu solo sommando i loro. Nelle interviste dirai che hai avuto giorni tristi, ma in fondo tutto passa. Ti godrai soldi, figa e fonderai una linea di abbigliamento che si chiamerà “9” come i titoli che hai vinto e che ti porterà ancora più soldi e figa, in un circolo virtuoso che ti renderà più soddisfatto del pisello di Rocco.
Poi vai a casa di Marquez e cagagli nel casco.