Bossi: Roma Ladrona!
Mi ritorna in mente una vecchia battuta ascoltata a Pontida quasi dieci anni fa, “io non sono razzista perché il razzismo è un crimine. E il crimine è una cosa da negri”. Poi, sfogliando l’album dei ricordi, ripenso a quando, durante l’università, telefonavamo alla sede della lega di Bologna. Ci spacciavamo per iscritti al partito e domandavamo se, in caso di secessione, Bologna sarebbe rientrata o meno nella Padania (gioco riportato anche sul Male di Vauro, nda). Quella era gente buona che la risposta non la sapeva e ci consigliava di telefonare a Milano, alla sede centrale, dove probabilmente avevano le cartine ufficiali della Padania.
Sembrava un gioco che non doveva finire mai. I manifesti raffiguranti gli indiani d’america e lo slogan lapidario “loro hanno accettato l’immigrazione e ora vivono nelle riserve”. E le risate con gli amici imitando il dialetto veneto. “Sì alla polenta no al cous cous” oppure “in fameja ai putei, parleghe in Veneto”. E i discorsi di Bossi, quando a pugno chiuso gridava a tutta italia di avercelo duro. E mica solo lui. No no. Tutta la Lega soffriva di priapismo.
I panini al salame, il vino, i nervetti, la polenta taragna, le bandiere, il sole delle alpi, Venezia capitale, l’acqua del Po, le camicie verdi, il giornale la Padania e poi all’improvviso le accuse.
Non seguo la politica perché ho altri hobby. Ad esempio pratico il curling e i discreti risultati che ottengo mi procurano non poche soddisfazioni. Tuttavia è impossibile non venire travolti dagli scandali che quotidianamente la televisione ci propone. L’ultimo? Un partito politico ha intascato denaro pubblico e ne ha fatto un uso privato. Una notizia che sulle prime mi ha stupito quanto Tiziano Ferro che si dichiara omosessuale. Poi, costretto a letto da una colica causata probabilmente da un’eccessiva ingestione di crostacei il giorno di pasqua, ho cominciato a riflettere sulla vicenda. Non una grande pensata, ne ho avute senza dubbio di migliori attorno a Sasha Grey, ma comunque un pensiero. Il pensiero si può riassumere come segue. La differenza tra utilizzare i soldi pubblici, destinati al partito, per finanziare la campagna elettorale o utilizzare gli stessi soldi per comprare una casa, è la stessa che passa tra utilizzare la “busta”, che vostra nonna vi dona alla laurea, per auto finanziarvi il papiro invece che spendere gli stessi soldi per pagarvi un viaggio in grecia.
Non sono sicuro di cosa voglia dire perché, come ho già spiegato, a Roma Ladrona preferisco il curling.