I tipi umani dei gruppi di amici
I gruppi sono esseri viventi. Finché non si uccidono. Come esseri viventi, crescono, si sviluppano in qualità e skillz, sia individuali che di gruppo, mutano, possono evolversi per lungo tempo, forse all’infinito, fino a perire, talvolta portando sofferenza, altre un gioioso battimento di cazzo.
Ciò posto, abbiamo tutti esperienza di gruppi (e intendo di gruppi di amici), perché, come ci dicono con voce tonante la sociologia quanto la psicologia, i gruppi non si fanno, ma ci sono. E ce ne sono di così tante forme e tipologie da meritare una lista basilare che le elenchi. Via andare.
Bizzarri fenotipi di gruppo
Il gruppo delle femmine
Quel meraviglioso effetto cheerleaders che appartiene anche ai gruppetti delle più racchie delle medie (che poi sbocciano in mazzi di gnocca a vent’anni, maledette), dalle bimbe stridule di 7 anni alle milfone di 40: i gruppi di femmine sono tutti stucchevolmente uguali. Ci saranno sempre il fucsia, i maschi, le merende (col dolce forno, col comfort food, coi drink, cambia niente!), i maschi, i vestiti, il trucco, i maschi, gli altri gruppi di femmine, le scarpe, i maschi. Una roba alla Gordon , paro paro, identità, appartenenza ed empatia, grosso distinguo ingroup/outgroup.
N.B.: dico femmine e non donne, ma è una questione di identità di genere socialmente costruita così solidamente da non ammettere eccezioni, quasi mai.
Il gruppo dei maschi
L’effetto spogliatoio qui si verifica solo se i baldi giovani sono nella fascia d’età 20-30 e ce n’è almeno uno, cristo uno almeno, un po’ figo: se siete tutti brutti, non c’è possibilità alcuna. Per dire, i gruppetti dei bruttini un po’sfiggy li vedi da lontano, e lontano li lasci, nemmeno per un attimo o per errore li confondi con qualcosa di diverso.
Facciamo ciao all’omologazione, il gruppo dei maschi ha un unico argomento universalmente diffuso e condiviso: i giochi. Macchinine, palla, gnocca, azzardo, trattori, gnocca, mercato, palle, moto, gnocca, borsa, videogiochi, gnocca. Nulla è più importante del gioco che accomuna i membri del gruppo, la discussione delle varie strategie con cui perseguire l’obiettivo, per andare in buca dandosi gran pacche sulle spalle. Ops, nonno Effe mi timbra in fronte l’invidia del pene, mentre coi suoi amichetti gioca a tirarselo.
Il gruppo misto
Entriamo nel vivo della questione, nella meravigliosa ambivalenza, tra i più alti sentimenti e i più bassi sotterfugi, nel fermento delle dinamiche umane: i gruppi cui appartengono sia maschi che femmine. È questo il loco eletto a paradiso terrestre, umano parco divertimenti per ogni età e per ogni occasione: i criaturi all’asilo imparano uguaglianze e differenze, gli adolescenti in balia degli ormoni si trastullano in fantastiche amicizie orgiastiche, che gli pseudo adulti tenderanno a reiterare finché morte non li conduca a concludere. È necessario, però, fare un netto e importante distinguo tra due archetipi:
Il troiaio
È quel gruppo di amici così bbello, ma così bbbello, in cui si sta così bbene, si è così amici, le differenze sono una tale ricchezza perfettamente integrata, che finisce un troiaio in cui ‘libero tutti’ e tutti van con tutti, e in un amen si scivola clamorosamente da BFF (Best Friendz Forevah, nda) alle gare olimpiche del Lancio Del Piatto Sul Naso e della Corsa Con Inseguimento e Coltello Tra i Denti, per tagliarti le palle o le trecce, brutta merda. In un amen, o per anni e anni, tipo in Beautiful.
I catechisti
Quel gruppo così bello, ma così bbbello, che, all’opposto del precedente, è dominato dal politicamente corretto, e tutti siamo e restiamo amici da sempre e per sempre, sul serio. Ho detto sul serio. Libertà di espressione del pensiero individuale = 0, il pensiero gruppale è l’unico ammesso, l’unico presente, l’unico espresso. Durata: sempiterno, amen.
I gruppi d’infanzia
Statisticamente, sulla base dei dati raccolti da uno studio longitudinale che mi sto immaginando, più di frequente rintracciabile tra i maschi che tra le femmine, i gruppi d’infanzia sono piccoli gruppi di 3-5 membri (ops) che, volesse la madonna, sopravvive nel tempo: dalle guerre dell’infanzia a colpi di Super Liquidator negli occhi, ai meschini travagli intestini dell’adolescenza con lotte per la medesima gnocca, non c’è fine. Né la scuola o il lavoro, lo stile di vita, niente, neppure una ‘Sei un Mito’ come quella di Max Pezzali può separare questo branco di fratelli che rinuncerà a tutto, nella vita, ma mai a birra e partita, insieme. Bellini voi.
I gruppi dei vecchi
Sono i cinquantenni su Facebook, per intenderci, i nostri genitori che ogni sei mesi, minimo, si radunano in mandrie nelle trattorie di paese, per celebrare una qualche ricorrenza, creandosi l’occasione perfetta per contarsi le rughe e misurare i centimetri calati di tette di Tizia e di culo di Caia. Cari miei giovinotti, non sono sicura che ci sia da augurarsi una sorte lunga, se prima si passa per di lì.