L’allergia uccide
Ci sono malattie che uccidono interrompendo la tua vita e altre che ti ammazzano rovinandotela. Le allergie fanno parte di quest’ultimo gruppo. La primavera dovrebbe essere un momento di felicità, la parentesi gioiosa tra le bollette del riscaldamento invernali e l’afa estiva. Ma per noi allergici i mesi di marzo, aprile e maggio sono la guerra del Vietnam. Di allergia si può morire, perché il decesso non arriva solo quando smetti di respirare, ma anche quando non riesci a smettere di starnutire.
Vediamo allora come le allergie primaverili riescono a rovinarci l’unico periodo dell’anno che vale la pena di essere vissuto.
Starnuti continui
“Ma sei allergico a qualcosa?” “No, amica, è che mi piace starnutire in continuazione. Adoro anche infradiciare quaranta fazzoletti al giorno. Poi li appallottolo e li lancio, cercando di fare centro dentro la tua bocca sempre aperta per farmi domande del cazzo.”
Sonno
Un allergico non dorme, cade in uno stato di torpore che col riposo non c’entra nulla. Il tuo apparato respiratorio è talmente sconvolto dalle allergie primaverili, che, quando riesce a trovare la giusta regolarità del respiro, la sveglia è già suonata da mezzora.
La tua ragazza ti odia
Proprio perché pure la sera respiri male, emetterai rumori simili al rantolo di un moribondo. Per tutta la notte. Così, oltre a dormire di merda, la tua ragazza ti sveglia a suon di gomitate nel costato, obbligandoti a trasferirti sul divano.
La tua ragazza ti odia/2
Fare sesso con l’allergia significa faticare. Ti manca l’aria e vai in apnea dopo due colpi. Ma a te comunque piacerà, sarà la tua ragazza a non gradire la presenza sopra di sé di un uomo preda dei propri rantoli.
Concentrazione
A causa delle tue nottate disastrose, durante il giorno sei perennemente rincoglionito. Hai la capacità di concentrazione di un dodicenne con la sindrome da deficit di attenzione. Non riuscire né a dormire la notte, né a vivere di giorno è una forma molto crudele e raffinata di morte.
Occhi gonfi
Gli occhi ti prudono talmente tanto che vorresti staccarli. Tanto sei miope, ti servono comunque a poco. Invece sei costretto a soffrire come un cane, continuando a sfregarli fino a farli diventare rossi e gonfi come due palloni da basket.
Precauzioni
L’allergia è un problema psicofisico che ha cause precise. Se le conosci, puoi evitarle. Quindi ora decidi tra il subire l’attacco dei pollini e l’alternativa, ovvero rimanere chiuso in casa aspettando che passi la primavera. Insomma, scegli se morire felice o vivere in un bunker.
La pioggia
Che bello! Piove! E si sa che la pioggia è la prima nemica dei pollini. Li schiaccia a terra, impedendo loro di irritarci il naso. Solo l’allergico spera che in pieno maggio scenda un acquazzone. L’allergia è così, ti costringe ad atti contro natura, tipo volere la pioggia durante gli unici mesi decenti dell’anno.
Gli altri
Chi non è allergico non sa cosa voglia dire. Alcuni si divertono a guardarci mentre combattiamo per respirare. Altri si dimenticano del nostro problema e ci invitano ai pic-nic del 25 aprile o di Pasquetta. Noi siamo persone come le altre, solo un po’ più sfigate. Quindi saremmo davvero felici di fare una scampagnata o andare a mangiare una grigliata fuori città. Però, proprio mentre usciamo per andare ad ubriacarci di fronte a un piatto di salsiccia, si affaccia alla mente una domanda: “E se ci viene l’allergia?”. E’ la risposta è sì, l’attacco allergico arriverà, come ogni volta in cui siamo in un prato. Così, mentre i nostri amici già schiacciano il pisolino del dopo pranzo, noi starnutiamo sulla bistecca ormai fredda.
La fine dell’allergia
Per fortuna anche l’allergia finisce. Di solito succede in autunno, quando ormai gli ormoni primaverili hanno smesso di girare e il caldo estivo si è intiepidito. I nostri amici rimpiangono le scopate di aprile e la spiaggia di agosto, noi invece guardiamo con piacere le foglie cadere. Avere l’allergia è come fare il prete, diventi vecchio senza esserti goduto la parte bella della vita.