Come è cambiata la figura della donna? – Intervento a Radio in Corso
In principio era la mamma. Una mamma enorme, piena di fianchi e di farina. Oggi la mamma è “foresta”. Non nel senso botanico ovviamente ma nell’accezione dialettale di “estera”. E che culi che hanno le nuove mamme. Poi ci sono queste labbra carnose per sbaciucchiare le guanciotte dei loro bambini.
A pensarci bene è uno spreco. Certi culi, certe tette e certe labbra mica possono risolversi solo nella cura dell’infante. Dai! C’è crisi e bisogna sfruttare la massimo le risorse disponibili. Leggendo il marchese De Sade mi viene da pensare che, in verità, certe risorse siano sempre state sfruttate. Ma oggi non basta fare, bisogna dimostrare di fare. Ed ecco che improvvisamente quello che si faceva nelle case di dietro viene messo in piazza. Così, con la chiarezza di un naso che si svuota (cit. Woody Allen), si propone a tutti noi una donna nuova. La figura della donna cambia.
Diventano sempre più frequenti dialoghi come il seguente. «Ho visto tua figlia ieri. S’è fatta proprio una bella ragazza», «Ah sì. L’hai vista in TV?», «No, no. L’ho vista in albergo e mi ha fatto lo sconto».
Mi piacerebbe sapere se il mercato della prostituzione è in crisi. Sarebbe il termometro di uno scenario che vede le professioniste del piacere soverchiate dalla dilettanti. Altrimenti, mi ritrovo a pensare che la figura della donna non stia cambiando, stia cambiando solo la libertà di parlarne male.