Erasmus fa rima con orgasmus
Per lo studente italiano, l’Erasmus corrisponde pressappoco alla cresima: non tutti ci arrivano, ma quelli che lo fanno sono più fighi degli altri. Tendono successivamente a organizzarsi in gruppi ristretti dove solo pochi eletti possono farne parte. Nella carriera accademica di uno studente medio, aver fatto l’Erasmus vale di più di aver superato un esame di analisi o essersi fatti la prof. di Storia dell’educazione alimentare comparata al fitness da palestra, dall’antichità a oggi. Gli studenti Erasmus possono essere classificati essenzialmente in tre categorie, non senza commistione delle stesse.
Il freakettone: il freakettone porta i capelli con le treccine rasta o al massimo lunghi o ricci, rigorosamente sporchi e con presenza di marijuana. Si lava poco, perché l’acqua costa e i soldi li vuole risparmiare per acquistare per strada della droga scadente. Una volta aveva velleità politiche, ora crede che il Darfour sia un supermercato all’ingrosso. Appartiene a facoltà come: lettere, filosofia, dams, storia, psicologia, scienze della comunicazione, lingue, interculturalità ecc. ma ci sono anche elementi iscritti a medicina – rimasti impressionati dalla vita di Ernesto Che Guevara dopo aver visto I diari della motocicletta. Le sue mete preferite sono naturalmente la Spagna o il Portogallo, dato che l’università da dove proviene non ha ancora provveduto ad attivare lo scambio con l’ateneo di Kingston. Il motivo che lo spinge a fare l’Erasmus è in primo luogo il desiderio di accoppiamento libero con individui multiculturali, nonché la speranza di fare uso di sostanze stupefacenti locali – cosa che quasi sempre si risolve nello sniffo di the o la massimo di camomilla. Durante il suo soggiorno in terra straniera conosce molti barboni e bidelli, al massimo qualche suo simile di altra provenienza, ma è sostanzialmente solo come un cane. Torna in Italia e dice che fare l’Erasmus è stata una “sciallata vecchio”, forse dopo scoperà.
Lo studente medio: lo studente medio esteticamente non presenta peculiarità, gli abiti glieli compra la madre oppure li compra lui stesso al negozio del centro, il che fa lo stesso in quanto non vi è variabilità. Ci tiene comunque a essere in ordine e a piacere, forse durante il periodo Erasmus oserà indossare delle camicie più scollate e gonne più corte, ma quando torna a casa poi si sente deficiente e torna a essere identico a prima – anche se si è fatto un taglio di capelli più alla moda per testimoniare il suo inserimento culturale in loco. Le facoltà da cui proviene sono le più disparate ma in maggioranza: economia, giurisprudenza, scienze della formazione, scienze politiche. I luoghi che predilige sono Germania, Francia, Inghilterra e Slovenia (quest’ultima solo per gli studenti di Trieste e Gorizia). Scelgono di fare l’Erasmus principalmente per perdere la verginità, oppure per fare amicizia, o ancora per il curriculum vitae. Tendenzialmente partono almeno a gruppi di due e quando si ritrovano all’estero creano delle compagnie esclusive per soli italiani, s’iscrivono al gruppo di Facebook degli Erasmus, partecipano alle gite organizzate e seguono un corso preparatorio di lingua. Visitano la città tutti assieme guidandosi con delle magliette con su scritto “Erasmus Italia”, frequentano le discoteche e se si accoppiano lo fanno solo tra di loro. Una volta rientrati in Italia sono i più fighi del mondo, dicono di non ricordare più come si dice quella parola in italiano, hanno assunto abitudini nuove tipo fare colazione con gli affettati e le uova o bere solo pastis.
Il secchione: il secchione è una creatura creata per mano divina, i suoi capelli sono sempre in ordine, gli occhiali che indossa sono quelli ereditati dal nonno (come l’orologio d’ora da taschino), le camicie sempre stirate e la valigetta con cui si accompagna ordinatissima e indispensabile. Sono iscritti a facoltà quali medicina, biologia, chimica, matematica, ingegneria e talvolta anche storia. Vanno in Erasmus per acuire le loro conoscenze specifiche sull’argomento e in buona parte per fare ricerche approfondite in merito alla loro tesi di laurea. Per questo motivo scelgono la meta dove si recano in base alla qualità dell’università che andranno a frequentare, nonché per la qualità delle sue biblioteche, archivi e laboratori. Può essere che il professore che li ospita abbia richiesto personalmente la presenza di suddetto studente. Prendono in affitto una camera in solitaria oppure fanno richiesta presso il dormitorio comune. Si tengono sempre puliti e passano la maggior parte del loro tempo a studiare. Per loro l’Erasmus è fonte di conoscenza e prospettive future. Gli conferiscono lo stemma onorario dell’università e gli propongono un posto da ordinario a 4 mila euro al mese non appena laureati. Tuttavia amano l’Italia, e molti rinunciano per fedeltà al loro professore. Durante il periodo all’estero non fanno molte amicizie, se non con il personale addetto alla biblioteca e forse con qualche altro studente. In rari casi vengono invitati a uscire, quasi sempre rifiutano con eleganza, se accettano finiscono per ubriacarsi dopo una birra vomitando addosso alla cameriera, che eccitata da cotanta tracotanza gli regalerà la loro prima scopata. Tornati in Italia, non faticano a reinserirsi nel loro ambiente e i genitori gli regaleranno un’Aston Martin.