10 cose che ho imparato da un amico guarito dal coronavirus
Forse molti di voi non avranno notato che in questo momento in Italia circola un virus chiamato corona.
Mentre scrivo, in Italia 1439 persone sono guarite e io ne conosco una. È un mio caro amico dell’università, di quelli con cui ho condiviso la sudorazione pre esame e l’etilismo post esame. Ci siamo raccontati le storie con le tipe quando erano morbose e abbiamo brindato insieme quando abbiamo trovato quella che ci ha messo l’anello al dito. Insomma, siamo come Eurialo e Niso, compresa la complicità omoerotica.
Quando è stato ricoverato per il corona me lo ha detto. Quando è guarito ho deciso di fargli raccontare la sua storia nell’unica forma che abbia un senso leggere: la lista.
10 cose che ho notato ammalandomi e guarendo dal coronavirus
#1 Quando dici alla gente che hai il corona parte l’inquisizione. Vogliono sapere dove sei stato, chi hai visto e quando. Se capiscono che non sei in alcun modo una minaccia per loro, allora ti chiedono come stai.
#2 La differenza tra chi ha scelto la carriera medica per lo status e i soldi e chi l’ha scelta con passione è enorme. Gli appartenenti al primo gruppo in questi giorni sono sotto un treno di risentimento e fatica. I secondi sono la più alta espressione di umanità.
#3 I primi sintomi sono stati molto lievi. Tosse secca, mal di ossa e avevo qualche linea di febbre. Avevo già preso la tachipirina per andare al lavoro ma mia moglie mi ha consigliato di fare un controllo.
#4 Non ero mai stato in ambulanza. Con me c’erano due persone avvolte dal tutone bianco. Niente di tutta questa storia mi ha colpito quanto loro. Pieni di ottimismo e aneddoti. Ci sono un sacco di serie tv ambientate negli ospedali ma manca quella dentro l’ambulanza.
#5 Non lo dice nessuno ma il tampone nel naso fa male.
#6 Sono una persona ansiosa. Ho provato più volte la sensazione di mancanza d’aria, spesso prima di dormire. Questa volta era diverso. Mi mancava l’aria ma il tentativo di inghiottirla mi faceva tossire.
#7 La paura di morire è più forte quando sei sano. Da malato ero nelle mani dei medici. Come quando da bambino avevo la febbre e mia mamma mi accarezzava la fronte.
#8 La cosa più brutta dell’ospedale è la notte. I rumori sono amplificati. I colpi di tosse rimbombano nel silenzio delle stanze. Di giorno invece, per esorcizzare si scherza anche su quello che di notte ci spaventa. Capisco che i medici possano fare ironia sulla malattia. L’alternativa è farsi sopraffare.
#9 Quando inizi a stare meglio il primo pensiero va agli altri. Nella malattia diventiamo più egoisti. Ha ragione Vasco: “Quando c’ho il mal di stomaco, ce l’ho io mica te o no?”.
#10 Una volta guarito ti senti come se avessi finito il compito in classe per primo. Puoi alzarti dal banco e uscire dalla classe, ma non hai nessuno con cui chiacchierare.
#10/bis Durante questa esperienza mi sono cagato addosso dalla paura. E per fortuna mi è capitato prima che gli ospedali fossero intasati. Quindi per chiudere vorrei dire una cosa: mi sembra che una persona su sei che contrae il corona abbia bisogna della terapia intensiva e di sicuro i posti non bastano. Visto che avete vissuto gli ultimi 20 anni della vostra vita catatonici sul divano a guardare repliche di Dragonball e reality comunicando con il mondo esterno solo tramite telefono, chat o commenti caustici su facebook: cosa ne dite di sfruttare questi anni di allenamento e stare a casa?
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