Viaggio alla corte del Grande Fratello
(Storia semi-vera di me e un amico ai provini)
C’era una volta un giovane di umili origini, ma di animo nobile e generoso, difensore dell’allegria spensierata in cerca di fama e fortuna. Eppure c’erano 3 cose che non poteva sopportare: la gente che ti parlano alle spalle, l’ipocrità e la grammatica. Era sicuro che un giorno li avrebbe combattuti in qualità di cavaliere. Ma solo l’oracolo del Grande Fratello può conferire un simile titolo e solo previo superamento di una prova. Come fare dunque? Il giovane chiese consiglio ai saggi del villaggio. Gli dissero che suddette prove si svolgono secondo un rigoroso calendario. Ogni terza luna calante in luoghi di nebbia e smog da cui nessun casellante ha fatto ritorno. Luoghi dell’hinterland milanese come Testate sul Mento, Vergate (di Sopra e di Sotto) e Cazzate a Bastanza, dove in questi giorni sarebbero giunti proprio gli emissari del GF. In compagnia del suo fido scudiero, cioè me, decise allora di partire.
Dopo aver superato il casello delle lacrime, nel cuore della valle dell’Eternit, raggiungiamo due gironi infernali racchiusi in un capanno/area eventi/mercato nero. Il piano terra è inondato da una luce blu col sottofondo musicale della trasmissione mentre dal piano inferiore risuona un tunz-a-tunz latino americano. Indeciso su quale sia più martellante, avverto un’insana nostalgia per Ricky Martin.
Ordino una pizza, una birra media e uno spritz per ingannare l’attesa. Il cameriere mi porta un trancio di gomma piuma a pois, un barattolo per il suo esame delle urine e una regione dell’Antartide colorata di rosso in un bicchiere. Guardo lo scontrino e realizzo che uscirò dal locale come nuovo socio di maggioranza di Fininvest.
Nel blu della sala, emergono altri avventurieri muniti di biglietto per l’audizione. Paladini fieri della propria semplicità, già pronta per il formato tv, e del talento di nascondere qualsiasi talento.
Alcuni di questi sembrano modelli e modelle usciti da una rivista, roba troppo finta per la reality
Altri sono tremendamente normali, materia troppo real per la finzione.
C’è pure un vegliardo che pare il nonno di Caparezza, una categoria extraterrestre.
Dal palco, lo speaker-sacerdote impugna il microfono. Si capisce che è uno speaker e che è un’occasione felice dal cappellino che indossa, ovvio. Invita tutti a disporsi con ordine per essere ricevuti dall’oracolo. Al suo fianco, una donna augura buona fortuna a tutti. Stella cadente di una passata edizione, dal nome incomprensibile e dimenticabile, almeno per me, umile scudiero. Chiedo informazioni e qualcuno mi spiega che è una famosa per essere famosa. Una che ce l’ha fatta insomma.
Hanno chiamato a cospetto il mio aspirante cavaliere. Dopo quasi mezz’ora eccolo sbucare dalle retrovie. Mi avvicino curioso di conoscere quali prove abbia affrontato
“Finché mi hanno chiesto che animale vorrei essere – mi racconta – tutto tranquillo. Il difficile è arrivato con domande del tipo cosa hai fatto di speciale in settimana e qual è stato l’ultimo libro letto”.
Comunque, scrivendo “menù della pizzeria”, è stato fiero di aver risposto ad entrambe in un colpo solo.
“Su quella dell’animale non ho dubbi – dico convinto – homo sapiens vero?”
“No Labrador”
Sarebbe una creatura abbastanza nobile per il GF? Beh più di tutti noi qua sicuramente.
Ora possiamo solo aspettare la decisione dell’oracolo. E goderci le prossime avventure di questi degni campioni che sfidano la selezione naturale. Ma non quella televisiva.