I laureandi e la tesi
Per tutti i laureandi la tesi è un momento cruciale. È la chiusura di un ciclo, la quadratura del cerchio, il pass per la tanto agognata laurea.
Tutto bello per carità; la proclamazione, le foto, i bei vestiti, lo spumante scadente, le feste, le lauree altrui, i genitori che piangono e sperano di non dover più spendere soldi per il figlio… bei momenti, se non per il fatto che TU, alla tesi, ci devi ancora pensare.
E con la solita, immancabile, amata, accurata, mai monotona, marchio di fabbrica, evergreen lista dell’Oltreuomo andiamo ad analizzare le varie specie di studenti e i loro peculiari comportamenti.
#1 IL FENOMENO
Lo presento subito, così mi tolgo il fastidio. La tesi l’ha già preparata durante la pausa estiva, contattando il professore con un anno di anticipo perché, a detta sua, così non ci pensa più.
Sorriso sornione e faccia da schiaffi saranno i suoi migliori amici per l’ultimo anno visto che tutti, e sottolineo TUTTI, lo eviteranno. Giustamente, aggiungo.
ATTENZIONE: da non confondersi con lo studente della prossima categoria. Non è perché fai il fenomeno facendo il lavoro un anno prima allora ti meriti il massimo dei punti eh, fai attenzione. Manca il giudizio di Borghese.
#2 IL FENOMENO, QUELLO VERO
La sua tesi è un capolavoro. Degna di essere inserita nei libri specialistici e, come minimo, gli deve essere offerta una cattedra. Argomento e professore scelti a tavolino, in linea con la sua vocazione di vita.
Che dire? Semplicemente perfetta, puntuale, aggiornata con fonti autorevoli, presenta elaborazioni proprie, analisi e sperimentazioni sul campo. L’eccellenza.
C’è un solo lato negativo: quando lo studente, tra qualche anno, ripensando a tutta la fatica fatta per elaborare la sua tesi esordirà con un: “Per quello che mi è tornata utile nella prossima vita mi sbatto di meno e la faccio così, come viene”.
#3 IL RITARDATARIO
Si preoccupa della tesi a partire da metà maggio. Con la scadenza al primo giugno.
Non ha la più pallida idea di cosa scrivere. Preso dal panico comincia a digitare su Google frasi come “idee originali per tesi” per poi passare a “idee tesi brevi e semplici” poi a “tesi free download non rintracciabili dai programmi universitari” e infine “tesi in vendita, consegna in giornata” in un climax di crescente disperazione e voglia di autolesionismo.
Dimenticavo la scelta del professore. Ormai obbligati a scegliere quello che capita, si ritrova come relatore un gagliardo giovanotto in pensione da 15 anni, che ha insegnato nella facoltà come supplente per tre lezioni durante l’A.S. 1987/1988 e che, per errore burocratico, risulta ancora abilitato alla correzione di tesi.
Sempre meglio del professore che ti chiede tutte le fonti precise e che non vuole sentir parlare di wikipedia, però.
Lato positivo: tra vent’anni, parlando con gli studenti della categoria #2, commenterà con un: “Avrei potuto sbattermi un po’ di più eh, però è stata una bella avventura”.
#4 IL GREGGE
Mi scuso se le categorie sono poche ma… il 99% degli studenti di fronte alla tesi si comporta allo stesso modo, esattamente come un gregge.
– Si inizia a interessare quando il primo professore dell’anno spiega i requisiti per redigere la tesi con lui.
– L’argomento varia dal: “massì faccio quest’argomento che la domanda all’esame l’avevo fatta bene” al “come? Il professore non stressa e approva tutto? Mail immediata” o al classico “Meh, l’argomento è facile, faccio questo, basta togliersela”.
– Fonti presentate all’acqua di rose, cercando di mascherare goffamente il copia-incolla da Wikipedia.
– Modus operandi: “Beh prof, se le va bene l’indice ci sentiamo quando ho finito di scriverla, non si preoccupi, farò un bel lavoro”.
Il risultato? Variabile da: insulto all’intelligenza e scritto in un itagliano incomprensibile al quasi eccellente. Ma sono esempi estremi e, di nuovo, il 99% di tale categoria si colloca in un “senza infamia e senza lode”.
Talmente disinteressati che la consegneranno al limite dei tempi, con un brivido lungo la schiena.
“Nell’università italiana, ogni giorno, un laureando si sveglia e sa che dovrà scrivere una tesi per arrivare alla tanto agognata fine… ma se non volesse che questa fine arrivi?”