Arte

I 6 libri che danno gioia alle trentenni

La lettura è un piacere, ma sarebbe sbagliato pensare che sia un piacere identico per tutti. Alcuni libri sono particolarmente indicati per alcune fasce di età: ad esempio, l’Antico Testamento va benissimo per mia nonna ma a mia figlia non lo farei mai leggere. Quindi oggi, lasciando stare mia nonna e una mia ipotetica figlia, dedichiamoci ai libri da consigliare alle trentenni.

libri che danno gioia alle ragazze

#1. Kitchen – Banana Yoshimoto

Kitchen sembra un libro scritto apposta per lo stereotipo della trentenne. C’è l’amore per la cucina, la morte della nonna e una storia tenera. Praticamente un mix tra un film di Ozpetek e una puntata di “Cotto e Mangiato”. Questo libro ci insegna una cosa molto importante rispetto ai libri: non importa quanto bene siano scritti, conta che affrontino i temi giusti. È per questo che Moccia non parla di filosofia teoretica e Canavacciuolo non scrive un libro sui pappagalli della Papua Nuova Guinea…ah no, ha scritto sicuramente anche quello.

#2. Fight Club – Chuck Palahniuk

Grazie a dio le trentenni di oggi sono donne abbastanza toste, anche se generalmente parlando hanno ancora bisogno di dimostrarlo un po’ troppo. Comunque per loro non è più tempo di Jane Austen e Chuck Palahniuk sta ai romanzi romantici come il sesso estremo sta alla missionaria della domenica pomeriggio. Vederti leggere in treno Fight Club spaventerà i più timorosi tra i tuoi possibili amanti, ma arraperà tutti gli altri.

#3. Norwegian Wood – Haruki Murakami 

Norwegian Wood è il tipico libro di Murakami in cui non si capisce un cazzo. Dopo un po’ viene il sospetto che lo scrittore lo faccia apposta, o che abbia smesso di prendere le medicine prescritte dallo psichiatra. Come sempre però, il paraculo giapponese ti lascia con la sensazione che ci sia qualcosa di molto profondo nei suoi testi. Che a poi a te sfugga continuamente è colpa della tua scarsa intelligenza, non di come scrive. Insomma, il libro perfetto per sentirsi colti, ma anche un po’ stupidi, insomma felici – perché una trentenne è ormai troppo consapevole sia per considerarsi un genio che una completa cogliona.

#4. Memoriale Del Convento – José Saramago

Molte trentenni sono parecchio grintose, come dicevamo. Ma questo non significa che non abbiano bisogno di storie d’amore – sia reali che letterarie. Ovvio, non sarà più questione dei Diari di Bridget Jones e altre cazzate diabetiche. Sarà più una facenda da risolvere con un altissimo livello letterario e una storia che si diverte a deragliare da tutti i binari delle classiche narrazioni amorose. E la vicenda di Baltasar senza una mano e Blimunda la veggente è esattamente questo. Unica pecca è che Saramago aveva il tasto del punto della tastiera rotto e leggere un suo libro è uno smaronamento che viene ripagato sì, ma comunque sticazzi.

#5. L’Uomo Senza Qualità – Robert Musil

Ovviamente nessuno si aspetta che tu legga davvero L’Uomo Senza Qualità, un mattone di un migliaio di pagine che funziona meglio come sonnifero che come svago. Però ha un titolo molto bello che ti permette di sfoggiarlo nei momenti più opportuni. Stai uscendo con un tizio noioso come la messa? Alla domanda “Cosa stai leggendo?” rispondi “L’Uomo Senza Qualità”. Il tuo ex ti chiede perché l’hai scaricato come un cane in autostrada? Mostragli “L’Uomo Senza Qualità”. La tua prozia sordo cieca ma sempre attenta ai cazzi tuoi ti chiede perché non ti sei ancora sposata e non hai diciotto figli? Dille che stai leggendo un libro, “L’Uomo Senza Qualità” – molto bello, anche lei dovrebbe legger…ah no.

#6. L’Amore Ai Tempi Del Colera – Gabriel Garcia Marquez

L’Amore Ai Tempi Del Colera è un gran libro. Non in sé. In sé è okay ma come tanti altri. E’ un gran libro perché se lo leggi da adolescente ti fai un’idea chiarissima di chi, tra Florentino Ariza e Juvenal Urbino, sia meglio scegliere. Poi passano gli anni, ti dimentichi di quel libro per molti versi dimenticabile, un giorno ti ritorna il pensiero e ti rendi conto che, nella tua vita amorosa, hai fatto esattamente il contrario di ciò che quel libro ti aveva fatto scoprire fosse giusto fare. Capito? La cappella non è aver sbagliato, ma aver sbagliato perché ti sei dimenticata di cosa era giusto. Ed è così che arriva la depressione dei trent’anni.

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