I quindici pensieri dello studente sotto esame
“Non ce la farò mai”.
È con questa terribile e limitante frase che spesso noi studenti ci tagliamo le gambe da soli, ancora prima di appoggiare le chiappe sulla gelida sedia di legno posta davanti al temibile prof. Ma non siamo noi, è la paura che parla, che impugna senza un motivo logico le redini della volontà conducendo il cervello ad inventare scuse e frasi che davvero boh.
Eccovi quindi un piccolo estratto di creativo malessere accademico per rammentare tutto ciò che non è necessario pensare prima di un esame. Specie se si è studiato molto. Daje.
# Allora, mancano sette giorni, quindi se studio 47 pagine al giorno, ripassando la sera e facendo gli esercizi la mattina, all’esame ci arrivo pront(amente mort)o.
# Stavolta non mi salva nemmeno Babbo Natale in pigiama. Forse la befana.
# Non ho l’ansia. No. HO DETTO DI NO.
# Va bene, mi calmo. Una bella tisana e tutto torna come prima. [E invece ti fai sette caffé lunghi, assolutamente rilassanti]
# Ma all’appello mi ci sono iscritto? Ma io mi cancello e mi ri-iscrivo, ché verso la fine i prof sono più buoni [a bocciarti].
# Ma il libretto l’ho preso? [Frase pensata sette volte prima di uscire di casa senza scarpe]
# O la va o mi spacca. Ma se va, quanto mi spacco.
# Dai, non mi può chiedere quello stupido dettaglio. [E invece.]
# Dai, non mi può andare male anche stavolta. [E invece.]
# *bestemmie creativamente ardite ma non inseribili*
# Ok, ho l’ansia. CAZZO, ho l’ansia andràtuttomaleaiut.
# Se avessi due giorni in più, mannaggia. [Anche se sai benissimo che li sprecheresti.]
# Ma forse dai, si riesce a copiare [frase detta prima di ricordarti che non è un test scritto].
# Facile.it, Facile.it, Facile.it [e chiedono argomenti fuori dal programma – “essere bocciati è facile”].
# Socrate (stando a Platone) diceva che “una vita senza esami non vale la pena di essere vissuta”, ma a Socrate volevano fare la pelle, quindi…