Le 16 domande che un meridionale vuole fare a un polentone
Uomini e donne, donna e donna, donna e fuorigioco, Cassano e l’italiano. Lotte decennali tra mondi paralleli che non si incroceranno mai. Oggi però vorrei soffermarmi su quelli che potrebbero essere considerati polo nord e polo sud, due calamite che si respingono, due..vabbè avete capito insomma! Una caratteristica identificativa del meridionale è l’essere prolisso e credo che tutti abbiano capito in quali vesti io stia scrivendo. Per i settentrionali specifico, che non si sa mai. Sono terrona. Si fa per scherzare eh.. non so se nelle peculiarità del settentrionale ci sia l’autoironia ma ho la sensazione che lo scoprirò molto presto. Inutile procrastinare il mio suicidio mediatico, iniziamo con la lista di domande che un meridionale sogna di rivolgere a voi lì sopra.
- Perché non gesticolate mentre parlate?
Rende meglio il concetto che volete esprimere. Talvolta è anche utile toccare ripetutamente su spalla o braccio il vostro interlocutore, aiuta a stabilire empatia. Oppure sarà lui a toccarvi, forte, in faccia. - Vi costa troppa fatica terminare certe parole? “stasera ape ai Navi?” . Secondo me è proprio da coglio.
- Ma ce l’avete la nonna che cucina la domenica? O mandate anche lei a fare ape?
- Che poi, fate tanto per risparmiare sulle parole e poi? Mi mettete gli articoli ai nomi propri?
- Perché non festeggiate l’onomastico?
- Perché non applaudite quando atterra l’aereo?
- Perché andate sempre di fretta?
- Perché qualsiasi sia la mansione lavorativa ci aggiungete ‘manager’? Dire ‘manager sales assistant’ fa più figo che dire commesso?
- Come fate a cenare alle 19.30?
- Sull’apericena non mi esprimo..
- “A stasera, un quarto alle 20”. E’ quasi più difficile da interpretare di un meridionale che dice “Sto arrivando”
- Che significa calendarizzare, incrociare le agende? Noi al sud al massimo suoniamo il clacson quando incrociamo un parente.
- Perché dire pranzo quando di può dire brunch, meeting al posto di incontro e briefing invece che riunione? But che cazz..
- E passi l’onomastico, ma se mi inviti a mangiare fuori per il tuo compleanno e la cena devo pagarmela io no eh..
- Bella lì, una cifra, bon, zio e uè figa per la serie : abbreviamo le parole, sostituiamo quelle utili con inutili inglesismi e ci inseriamo qualche intercalare qua e là come se non fosse già abbastanza complicato capirvi. E meno male che erano i dialetti del sud quelli incomprensibili. Ma c ie, adaver? (‘ma dai, per davvero?’)
- Ma soprattutto..cos’è la schiscetta?