7 ragioni per cui dietro ad ogni ragazza col ciclo c’è Schopenhauer
Il sorriso crudelmente si appiana,
la luce negli occhi si offusca di lacrime
e la voce gioiosa viene strozzata da un iracondo pianto.
Che palle.
Ogni mese, il sanguinolento inferno si ripresenta in tutto il suo macabro splendore: è la sindrome premestruale, suprema tortura che fa soffrire la donna e chi le sta attorno (anche se il maschio può trarre giovamento dal suo arrivo – ma questa è un’altra storia). Un tale male di vivere non è poi così dissimile dalla Weltanschauung del buon vecchio Arty. Perché? vi starete chiedendo voi. Siamo qui apposta, risponde l’Oltreuomo. Eccovi dunque sette motivazioni assolutamente non richieste. Here we go.
1. Il senso di solitudine e abbandono
Tra le frasi maggiormente ripetute da una donna nei momenti più bui del ciclo, abbiamo:
– “Il mondo ce l’ha con me”
– “Nessuno mi capisce”
– “Sono orribile”
. Il ciclo è dunque demistificazione, mezzo attraverso cui capire che “la vita si presenta come un continuo inganno“, “una continua lotta per l’esistenza, con la certezza della sconfitta finale“.
“Il mondo è una mia mestruazione“. Mica balle.
2. La misantropia
Una donna con le mestruazioni è allora una donna che odia il mondo. Provate ad avvicinarvi a lei e quel che otterrete sarà rancore, frustrazione, odio non ben specificato. Si rivela così l’essenza della fertilità, che fa della donna “in fondo, un animale selvaggio e feroce” e dunque “ci spaventano le sue rare esplosioni della sua vera natura“.
Se poi le dite “mi sembri ingrassata“, fate le valigie immediatasubito.
3. La lunaticità
Parlare con una donna col ciclo è un po’ come giocare al lotto: un azzardo in cui si perde quasi di sicuro.
Il crollo ormonale, infatti, rende la donna succube delle sue paure, cui reagisce con irritazione per poi ricadere nell’angoscia.
La vita con le mestruazioni è un vero pendolo che oscilla tra il “stavolta muoio” e il “VATTENE VIA INSENSIBILE EGOISTA MANNAGGIA A TE E A QUANDO TI HO INCONTRATO“.
4. “L’arte di insultare”
Direttamente collegato ai punti precedenti.
Difatti forse non tutti sanno che il picco ormonale progestinico che immediatamente anticipa la caduta emotiva ha degli effetti positivi sull’attivazione neuronale dell’emisfero cerebrale destro: la donna si mostra più acuta e intuitiva e questo emerge anche dal modo in cui interagisce col prossimo.
Potete argomentare, essere ragionevoli ed avere buonsenso, ma non potete comunque fare niente contro colei che è portata a vedervi come “nulla e meno di nulla“.
Siete l’Hegel della situazione, per capirci.
5. L’istinto a mangiare
La vita fa schifo, dunque, ma la donna si arrende ugualmente agli istinti della Voluntas. Non arriva alla sua massima espressione, cioè il suicidio, ma, pur di acquietare questo corrosivo male di vivere, cede alle dolci tentazioni della pasticceria sotto casa.
“Sempre più chiaramente obbiettivandosi di grado in grado, la volontà agisce tuttavia ancor del tutto incosciente, come oscura forza impulsiva“.
Anche attraverso lo stomaco.
Quindi “Datemi del gelato” is the way.
6. L’istinto sessuale
L’altra grande tentazione della donna con le mestruazioni.
Nonostante abbia compreso la vacuità esistenziale, la donna preferisce il “fuoco fatuo” di un orgasmo al dolore perpetuo: la volontà di continuare la specie la inganna con un inconsistente piacere.
Difatti, “l’istinto sessuale è il nucleo della volontà di vivere, quindi la concentrazione di ogni volere, per questo ho definito i genitali il punto focale della volontà“.
Arthur aveva capito tutto.
Forse Arthur aveva il ciclo.
Questo spiegherebbe molte cose.
7. Il velo di Maya
In questa disamina non poteva mancare quella che è l’immagine cardine del pensiero schopenhaueriano: “È Maya, il velo ingannatore, che avvolge gli occhi dei mortali”, “il velo che nasconde l’essere, è il peso che trascina la volontà!“.
La vita, in conclusione, è lo spietato inganno quotidiano fonte di ogni sofferenza.
Ma, appunto, in questo esistenzialismo mestruale, il sangue demistifica e, in questo modo, Lines è.