Birre Ignoranti
Nel suo celeberrimo romanzo Anna Karenina (ah, per chi non lo avesse letto, alla fine del romanzo lei si suicida gettandosi sotto un treno: SPOILER ALERT FAILED!), Tolstoj affermava che se “tutte le famiglie felici si somigliano, ogni famiglia infelice è invece disgraziata a modo suo”. Inutile dire come questa frase abbia dato adito a centinaia e centinaia di letture. Venendo così traslata (con le dovute proporzioni) in ogni possibile ambito dello scibile umano. Il gioco era semplice: bastava sostituire il concetto dicotomico di famiglia felice/infelice con qualsiasi altra coppia disgiunta di sostantivi o concetti. Puntando così, di volta in volta, sulla singolarità dell’uno a discapito della generalità dell’altro. Tanto per capirci, se Tolstoj fosse ancora vivo e, invece di gettare lo sguardo sulla stazione di Jasenki e beccarsi il corpo maciullato di una povera fanciulla suicida, avesse indirizzato la sua attenzione al di là del suo appartamentino ammobiliato, avrebbe tranquillamente potuto dire che “tutti i ragazzini di adesso si somigliano, ogni hipster è invece sfigato a modo suo” (e non me ne vogliano i miei amici hipster! A proposito, ora che ci penso, io non ho amici hipster…). Oppure, “tutti i romanzi contemporanei si somigliano, ogni romanzo di Baricco è invece improponibile a modo suo” (a proposito, Baricco scrive ancora romanzi? Beh, tanto nemmeno Baricco è mio amico…). E via discorrendo. In ogni caso, tra le centinaia di letture che l’incipit di Anna Karenina ha ispirato ve n’è certamente una che non ha ancora visto la luce e, proprio per questo motivo, credo sia giunta l’ora di sviscerarla senza troppe remore. Diremo quindi che “tutte le birre comuni si somigliano, ogni Birra Ignorante è invece Ignorante a modo suo”. E non me ne vogliano tutti gli esegeti di Tolstoj, però sono quasi sicuro che al buon Lev non dispiacerebbe sapere che il suo schema narrativo venga ora usato per ampliare la riflessione sul concetto di Birre Ignoranti. Riflessione che, lungi dall’essere giunta alla sua conclusione, dimostra come ogni minimo addendo possa contribuire a spingere l’analisi più in là. Fino ad arrivare all’evidenza che “tutta la varietà, tutta la delizia, tutta la bellezza della vita è composta d’ombra, di luce e di Birre Ignoranti”. Così, per sondare le diverse possibilità d’essere di una Birra Ignorante, fedele al concetto di “categorie aristoteliche” (sì, aristoteliche, e non kantiane! Che se ne vada a quel paese quel paraculo di Kant che mi ha fatto prendere la mia prima e unica insufficienza in filosofia al liceo, con un’interrogazione sul “legno storto dell’umanità che non si può raddrizzare” degna di quella su Apocalypse Now fatta dal Fiabeschi di Andrea Pazienza), ho pensato che il modo migliore per comprendere la peculiarità delle diverse Birre Ignoranti fosse proprio quello di ricondurle ad alcune categorie. Così da farne un minimo di cernita e, perché no, così da dare una breve ma funzionale infarinatura a ogni possibile lettore. Sia esso neofita della filosofia di vita “birrignorantesca”, fan sconclusionato, cultore profondo, membro degli Hells Angels o, dato che di questi tempi ha molto tempo libero, Pierluigi Bersani. Bene, ora bando alle ciance: iniziamo.
– Birre Ignoranti Reazionarie: le Birre Ignoranti Reazionarie sono sostanzialmente di una sola tipologia, ovvero Radler. Le Radler, per chi non lo sapesse, sono un miscuglio di birra e limonata (esistono anche versioni Emo al sapore di Pompelmo amaro), servite di solito in estate nei paesi teutonici. Il libero mercato delle Birre Ignoranti, però, ha fatto sì che birre di indiscutibilmente infima qualità venissero mescolate con limonate OGM-friendly dal colore e dal sapore non troppo diverso da quello di un isotopo radioattivo (se ve lo state chiedendo no, non ho mai bevuto un isotopo radioativo!) e imbottigliate in lattine di alluminio dal vago retrogusto di bauxite mal lavorata. Il risultato è molto vicino a un intruglio dolciastro, abbastanza sgasato e decisamente schifoso, il cui scopo principale è precipuamente quello (ed ecco qui il lato reazionario delle Radler Ignoranti!) di allontanare un possibile fruitore dal meraviglioso pianeta delle Birre Ignoranti. Magari spingendolo nuovamente verso acque minerali giallastre che, nell’immaginario collettivo, hanno nomi esotici come Heineken o Corona (non la cantante anni ’90 con quell’orribile risata da tricheco). Ottimo (?) esemplare della categoria è la Willianbrau Radler, il cui logo con un ciclista in vena di acrobazie, ben ricorda come la federazione mondiale antidoping consideri la bauxite insita alle Radler Ignoranti sostanza dopante. Nonché come, dopo averne bevute un paio, sia consigliabile il controllo incrociato sangue-urine. Farmaceutiche.
– Birre Ignoranti Anticlericali: un po’ come i Beatles si divertivano a popolare i loro album di riferimenti esoterici e messaggi subliminali, anche certi birrai buontemponi di Birre Ignoranti si divertono a rimarcare un certo anticlericalismo di fondo (sempre nei limiti del rispetto religioso, beninteso, che di questi tempi è meglio star attenti se non si vuol finire esorcizzati sulla pubblica piazza e poi riproposti in differita in una puntata di Porta a Porta) nelle loro produzioni alcoliche. Di solito, quest’incombenza è riservata alle Weizen Ignoranti. Capita, però, che anche altre tipologie di birre si prendano sulle spalle il loro dovuto sprezzo anticlericale, iniziando la loro personale battaglia per la diffusione di quel sano e libertino ateismo etilico che tanto ci piace. Così, sull’onda della controfigura di Papa Bergoglio (il quale, da fonti vicine allo IOR, mi si dice vada pazzo per la ApostelBrau) ovvero il monaco della Franziskaner, i loghi delle lattine di Birre Ignoranti Anticlericali sono stati tutto un susseguirsi di frati, arcidiaconi, campanari, pretuncoli di campagna ed ecclesiastici vari. Tutti sempre intabarrati nei loro vestiti di ordinanza, le guance rubizze e luppolose e con quello sguardo da sbronza felice che quasi ti invita a tirar giù un altro sorso. Le Birre Ignoranti Anticlericali sono la quintessenza della protesta. Le Birre per l’uomo che non deve chiedere mai, e che arriverebbe perfino a correggerle con il dopobarba (in una sorta di autodafé al contrario) pur di rimarcare il suo status di individuo ai margini dell’ordine costituito. Il gusto è solitamente sciapo. Il colore piscio paglierino. La frizzantezza sconosciuta. Rappresentante d’eccezione è la Valentins Weissbier, il cui logo raffigurante San Valentino intento a guardare sommessamente il cielo, ben ricorda che, in amore, più che la religione può una sana e violenta sbronza Ignorante. Eretiche.
– Birre Ignoranti Polifunzionali: una delle grandi leggende metropolitane della società contemporanea è che, a discapito della monoreferenzialità maschile, le donne siano la quintessenza del “multi tasking” (e giù di anglismi che fanno radical chic! come se non avessimo una nostra lingua…), ovvero quell’essere umano capace di svolgere più ruoli allo stesso tempo (un po’ come il mitologico “jolly” dei tornei di calcetto; quello che, inevitabilmente, finiva a fare il raccattapalle o il vincitore morale della “Coppa Chiosco”). Lungi dal criticare questa teoria empiricamente basata sul nulla (e, proprio per questo, ben più attendibile di molte altre) vorrei sottolineare come, nel campo delle Birre Ignoranti, vi sia una precisa categoria che assolva a tale peculiarità. Ovvero quella delle Birre Ignoranti Polifunzionali. Le Birre Ignoranti Polifunzionali sono quelle Birre Ignoranti che, a causa della loro conformazione alcolico – sociologica (dicesi conformazione alcolico sociologica il rapporto tra grado alcolico della birra e prezzo della stessa) risultano essere utili per numerose attività pratiche non prettamente inerenti il ruolo cui il loro birrificatore le ha originariamente destinate. Tanto per intenderci, perché spendere denaro per uno sgrassatore di marca, quando un’ottima Birra Ignorante Polifunzionale può assolvere lo stesso ruolo? Oppure, perché perdere tempo in cerca di un liquido antigelo quando nei discount di tutto il mondo vi sono decine e decine di marche di Birre Ignoranti ben più economiche? La risposta è lampante: non c’è nessuna motivazione plausibile! Ergo, ben vengano le Birre Ignoranti Polifunzionali, sostanzialmente imbevibili, con quel sano retrogusto di limatura di ferro e acetilene. Ottime se bevute gelate (non chiedetevi, però, che accada al vostro corpo una volta introdotte), meravigliose se utilizzate calde per scrostare la griglia del pic-nic domenicale o per sgrassare il carburatore del vecchio Garelli della nonna (quello la cui miscela sapeva da frittura). Tra di esse, per polifunzionalità, svetta indubbiamente la Spitzkrug, il cui nome pressoché privo di vocali ben invoglia dal tenersene lontano. Femministe.
– Birre Ignoranti Marxiste Leniniste: come diceva il compagno Marx nel Capitale, “le Birre Ignoranti sono le levatrici di ogni Vecchia Società, gravida di una Nuova Società”. Ora, senza andare troppo in là ascrivendo alle Birre Ignoranti un ruolo sì nobile e rivoluzionario, va detto che vi sono diverse Birre Ignoranti che, birrificate sotto l’egida di mastri birrai fuoriusciti alle purghe staliniane, hanno portato avanti una rivoluzione ben più intima e personale. Fedeli al principio secondo cui “l’unica rivoluzione possibile è quella interiore”. Sono queste le Birre Ignoranti Marxiste Leniniste che, proprio a causa del costo irrisorio e della notevole bevibilità, riescono a salvare la fine del mese a qualunque individuo a corto di denaro. Le Birre Ignoranti Marxiste Leniniste, infatti, irrompono nella tua esistenza eroiche e decise come la Terza Internazionale. Prendono possesso del tuo frigorifero senza troppo chiasso, e lo difendono come se fosse la loro personale Stalingrado. Poco importano i bagordi di birre capitaliste che ti sei concesso nelle prime settimane di paga: loro non portano rancore. Difendono la loro posizione come Cosacchi sul Don e si concedono senza dispendio, convinte delle loro potenza numerica a fronte di possibili attacchi nemici. Una cassa di Birre Ignoranti Marxiste Leniniste, infatti, costa meno di una paio di birre capitaliste bevute al bar e, come insegna il buon Tolstoj, spesso è il numero a fare la differenza, non la qualità. La Birra Ignorante Marxista Leninista per eccellenza è la Finkbrau, la cui bottiglia tozza sembra (anche fisicamente) un baluardo all’inedia imperante della fine del mese. Il mito è invece la pressoché introvabile Ala Azzurra, Birra Ignorante Marxista Leninista di matrice titina birrificata a Lubiana, la cui peculiarità era essere in perenne sconto del 30%. Perché “non è la coscienza degli uomini che determina la loro vita, ma la percentuale di sconto delle Birre Ignoranti che ne determina la coscienza”. Idealiste.
– Birre Ignoranti Anni ’80: gli anni ’80 sono gli anni della diffusione indiscriminata della plastica. Ergo, quando trovate una Birra Ignorante in una bottiglia di plastica, quella è una Birra Ignorante Anni ’80. Sapore chiaro, gusto pulito, colica assicurata. Al sole diventano qualcosa di molto simile a un’arma di distruzione di massa. Molti bevitori giurano che, se si avvicina l’orecchio al collo della bottiglia, si possa sentire la voce di Simon Le Bon dei Duran Duran. Su tutte, si distingue la Materdeus. Inutile dire che il nome è tutto un programma. Tatcheriane.
– Birre Ignoranti Kamikaze: vi è mai capitato di provare la dicotomia tra il volervi troppo male e il volervi troppo bene? Ecco, le Birre Ignoranti Kamikaze sono le birre che fanno per voi! Le Birre Ignoranti Kamikaze, infatti, sono quelle birre che, a causa dell’elevato grado alcolico, hanno la capacità di friggervi il cervello dopo poche lattine, proiettandovi in un mondo alcolico la cui destinazione è decisamente legata al vostro stato d’animo. Volete sbronzarvi al volo per dimenticare le ultime elezioni politiche? Le Birre Ignoranti Kamikaze sono in grado di farvelo fare. Volete collassare sul divano di un’infima discoteca commerciale dove i vostri amici (?) vi hanno trascinato a forza a ballare “Ai se eu te pego”? Le Birre Ignoranti Kamikaze hanno questo potere. Volete parlare (biascicando) con la fanciulla dei vostri sogni che vi ha sempre snobbato perché alzavate troppo il gomito? Bene, le Birre Ignoranti Kamikaze non vi serviranno a nulla ma, per lo meno, vi garantiranno una serata di buio totale, dove ogni cosa detta e fatta cade nel dimenticatoio. Un po’ come a Las Vegas, per intenderci. Le Birre Ignoranti Kamikaze hanno la caratteristica di avere un grado alcolico superiore agli otto gradi, un costo assolutamente proletario e un gusto così malvagio da incitare a una bevuta repentina e decisa. Robusta, insomma, come robusta è la sbronza che garantiscono. Sono le Birre Ignoranti dei fegati forti così come quelle dei poeti disperati. La bevanda preferita di metallari inossidabili così come l’ultimo rifugio di maldestri latin lover. Tra di esse spicca indubbiamente la Oettinger Super Forte (declinata così, in italiano, nonostante la birra sia tedesca; chiara ammissione di quanto i tedeschi credano nel nostro alcolismo ignorante come forma di colonizzazione, altro che il Bilderberg e cazzate varie), dal sapore di luppolo fermentato in cattività e trielina sintetizzata da matricole della facoltà di chimica dopo una serata passata a bere tequila sale e limone. Oniriche.
Per chiudere la nostra carrellata e per darvi commiato dopo questo meraviglioso e istruttivo viaggio nel magico mondo delle Birre Ignoranti, vi lascio con l’ultima categoria. La quale, in definitiva, è una sorta di non-categoria. Quindi una contraddizione in termini, il cui superamento ontologico prevede una decisa e assolutamente necessaria overdose di Ignoranza Birresca. Una sorta di progresso etilico, quindi. Ma, dato che “la fiducia nel progresso è una dottrina da poltroni o da Belgi” (Baudelaire cit.), mi sa che il cerchio, come diceva il sergente maggiore Hartman in Full Metal Jacket, si restringe.
– Birre Ignoranti Non-Ignoranti: le Birre Ignoranti Non-Ignoranti sono quelle birre commercial-popolari che i finti sbronzoni bevono per darsi un tono con i bevitori scafati (ebbene sì, esiste anche gente del genere!). In sostanza sono delle birre normalissime (spesso, a dire il vero, anche molto care e pregiate) che i neofiti delle Birre Ignoranti portano a casa in quanto “belle da vedersi”, “curiose” o “divertenti”. Salvo poi rivelarsi delle comunissime birre da supermercato, che i bevitori improvvisati tentano di spacciare per primizie dell’Ignoranza. Capita così di tornar a casa e trovare il tuo coinquilino proporti estasiato una Beck’s da 33 cl manco si trattasse di una Ober burger in lattina. Oppure la morosa snob dell’amico-zerbino di turno obiettare che anche una Desperados (dio santo, la Desperados no! no!) ha diritto di esistere. Per fortuna, però, in casi del genere interviene il caro vecchio Aristotele (il filosofo, non il protagonista de “L’allenatore nel pallone”) che, con uno dei suoi sillogismi più famosi riesce a spiegare che:
Le Birre Ignoranti Non-Ignoranti sono commerciali.
Le Birre Ignoranti non sono commerciali.
Dunque le Birre Non-Ignoranti non sono Birre Ignoranti.
E perdonate il buon vecchio filosofo di Stagira se questo sillogismo è venuto un po’ tirato. La verità è che, dopo una cassa di Finkbrau (da buon Marxista-Leninista, Aristotele beveva solo Finkbrau…), anche allo stagirita le idee risultano meno chiare. Ma, come diceva Aristoteles (il protagonista de “L’allenatore nel pallone”, non il filosofo), non esiste grande genio senza una dose di follia. Quindi, buona Birra Ignorante a tutti. E quando stasera tornerete a casa e troverete i vostri coinquilini, amanti, compagni, concubine, abusivi con una Corona in mano, dategli uno schiaffo in faccia, e dite loro: “questo è lo schiaffo delle Birre Ignoranti”. Che l’Ignoranza sia con voi.
Andrea Gratton