Perché la generazione anni 90 umilia i nativi digitali
Una ricerca scientifica sembra dimostrare che i giovani italiani soffrono una crisi della socialità. Non si parla delle cause, ma si capisce subito che qualcosa è cambiato rispetto a qualche anno fa.
Quando andavo a scuola, le relazioni sociali erano una necessità indispensabile alla sopravvivenza. Non era importante cosa dovevi fare, avevi sempre bisogno di qualcuno per farlo.
Oggi non è così, siamo convinti di farcela senza l’aiuto di nessuno. O peggio, solo con l’aiuto di internet.
La generazione anni 90 ha conosciuto il mondo reale, lì ha imparato a lamentarsi, rimorchiare, ridere, deridere, offendere, aiutare, fare stupidate eccetera eccetera eccetera. I nativi digitali pensano che lo status sociale si misuri in base al numero dei like, ma non è così.
Chi è in grado di conquistare le persone dal vivo avrà sempre una marcia in più.
Ecco 12 lezioni di vita imparate negli anni 90.
#1 Con l’aiuto degli altri tutto diventa più facile.
Non c’era sito che potesse aiutarti con i compiti di scuola, l’unica soluzione era fraternizzare con i secchioni. Imparare a mettere da parte il proprio orgoglio e fingersi loro amico. I più tenaci ci si fidanzavano per tutta la durata degli studi per avere accesso a dispense sempre aggiornate.
#2 Se condividi quello che hai ottieni il doppio.
Se volevi ascoltare una canzone dovevi farti imprestare il CD da un amico. Stessa cosa con i film. Allora non avevi solo la canzone o il film ma anche una recensione personalizzata ritagliata sulle tue esigenze, “questo te lo sconsiglio, non si vede nemmeno un capezzolo”.
#3 Il rispetto te lo guadagni sul campo.
Nelle sale giochi non bastava essere il più forte con il joystick per ottenere rispetto e stima, dovevi essere il più tosto. Nessun nerd con gli occhiali spessi osava sfidare il leader della sala perché gli sarebbero stati spezzati i polsi.
#4 Per ottenere qualcosa devi metterti in gioco.
L’unico modo per ottenere il numero di cellulare di una ragazza carina era chiedere a qualcuno di chiedere a qualcuno di chiedere a qualcuno il suo numero. Quando venivi rifiutato lo sapeva tutta la scuola.
#5 A volte serve la forza di sfidare l’autorità.
Poi le dovevi telefonare a casa e rispondeva suo padre, un marcolfo gelosissimo di sua figlia pronto a strapparti il cuore attraverso la cornetta del telefono.
#6 I tuoi lamenti non cambiano le cose.
Ti lamenti degli spoiler? Negli anni 90 c’erano telefilm/cartoni animati che guardavano tutti perché era la Tv a scegliere per noi. Il giorno dopo ne parlava tutta la scuola e se per caso tua mamma aveva monopolizzato il televisore per guardare un film romantico con Richard Gere eri fottuto.
#7 Per ottenere soddisfazione devi vincere la timidezza.
Per masturbarti con qualcosa che fosse più appetibile delle pubblicità con Martina Colombari sulla Gazzetta dello Sport dovevi andare dall’edicolante e tirare fuori il coraggio di acquistare quei giornaletti pieni di tette.
#8 Devi fidarti degli altri.
Una volta dato un appuntamento non c’era modo di chiamare l’altro per rettificare. E se l’altro non arrivava non avevi nessun modo per chiamarlo e scoprire dove fosse.
#9 Nella vita non siamo sicuri di nulla, dobbiamo convivere con le nostre incertezze.
Quando il tuo ragazzo era fuori con gli amici non potevi telefonargli ogni due minuti in preda ai conati della gelosia per controllare ogni sua mossa.
#10 Superare intellettualmente gli altri costa fatica.
Per conoscere le cose non bastava una googlata svogliata al bar, la cultura dovevi mettertela in testa studiando e leggendo. Inoltre la ricerca cartacea in biblioteca rinforzava i bicipiti.
#11 Quando esprimi un opinione devi essere pronto ad accettare le conseguenze.
Quando volevi insultare qualcuno non potevi farlo dietro il monitor del computer, dovevi farlo alle sue spalle. Ma poi c’era sempre qualcuno che faceva la spia e una volta scoperto dovevi affrontarlo.
#12 Persino un selfie ci costava fatica.
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