Esame di maturità: differenze tra lo studente preparato e il cazzaro.
Ancora oggi, nonostante siano passati molti anni, la notte mi sveglio di soprassalto rorido di sudore. La paura della vita già vissuta, l’angoscia di un flashback onirico mi devastano i sensi e consumano ogni brandello di razionalità, l’inconscio dilaga e credo di trovarmi ancora nel 2003, alle soglie dell’esame di maturità. Non so niente e ho tanta paura.
Scherzo, l’esame di maturità è una minchiata. Una proforma durante la quale i commissari esterni, dietro le quinte, chiedono ai professori del posto un buon ristorante dove sfondarsi di prodotti locali spendendo un cazzo.
Sfortunatamente gli studenti ci credono e rischiano di farsi travolgere dall’emozione.
Ecco come lo studente preparato e il cazzaro affrontano l’esame di maturità.
Ansia.
Lo studente preparato deve uscire con il 100 se non vuole gettare alle blatte la fatica degli ultimi cinque anni. La sua ansia da prestazione raggiunge i livelli toccati dai vincitori del concorso “Eva per tutti” il cui premio era farsi Eva Henger nel suo film.
All’esame di maturità bocciano solo i criminali quindi ormai è fatta. Il cazzaro è tranquillo come un ippopotamo caduto dentro un pentolone di Lexotan dopo aver sfondato le zanzariere dei laboratori della Roche.
Tesina.
Lo studente preparato nella sua tesina riesce a collegare tutti gli argomenti,tutte le materie, tutti i puntini da 1 a 40 e ottenere così il logo della facoltà dove tenterà il test d’ammissione. I professori premiano il suo sforzo petando silenziosamente durante l’esposizione.
Il cazzaro riesce a collegarsi a internet e scaricare una tesina già pronta che leggerà al cesso o durante le sue sedute pomeridiane di Games of thrones. I prof lo sanno e appena esce dalla porta la usano per tamponare le macchie di wiskey sulla camicia.
Genitori.
I genitori dello studente preparato sono tranquillissimi, la loro pedagogia severa ha funzionato e adesso loro figlio affronterà l’esame senza problemi. Tuttavia nelle settimane che precedono l’esame non fanno altro che ripetere l’importanza di questo passo e la necessità concentrazione perché “fare un errore è un attimo e ti giochi l’ammissione all’università e di conseguenza la vita”. Trauma che lo studente preparato non supererà mai più e tramanderà alla sua discendenza.
I genitori del cazzaro dentro di loro sono terrorizzati all’idea della bocciatura, in quel caso dovrebbero ammettere agli amici e parenti di avere un figlio deficiente. Esternamente però fingono calma zen e sono più amorevoli di una geisha da 2000 euro a serata per non spaventare il loro povero bambino.
Discorsi all’aperitivo.
Facciamo finta che lo studente preparato all’esame di maturità vada a bere l’aperitivo nei giorni che precedono l’esame. Al bar parla di prima, seconda e terza prova, orale, punti bonus e manuali da studiare per preparare l’ammissione all’università e altre cose talmente noiose che grazie alla Madonna se ne resta a casa.
Lo studente cazzaro si ubriaca come il cerbero se riempissero al sua ciotola di vodka per allenarsi alla vacanza etilica che lo aspetta dopo la maturità. A causa dell’alcol dimentica anche il nome delle materie.
Abbigliamento.
Lo studente preparato all’esame indossa pantaloni lunghi e una camicia di quelle sfigate con le maniche corte perché la temperatura a scuola è la stessa che c’era sulla terra quando milioni d’anni fa era una massa di lava fusa.
Lo studente cazzaro indossa infradito e bermuda e poi una felpa imbottita di tasche piene di bigliettini dove è riuscito a schematizzare tutto lo scibile del mondo.
Studio.
Lo studente preparato ripassa pedissequamente gli appunti di una vita e ripete ancora ancora ancora e ancora tutto, fino a che i suoi neuroni non producono il rumore del cubetto di ghiaccio gettato nel the bollente.
Lo studente cazzaro legge i riassunti che trova su internet e in un paio d’ore ha chiuso il capitolo “acquisire nozioni”. Impiega la restante parte del tempo che precede l’esame per indagare come la signora Fletcher sulle possibili tracce d’esame.
Lo sapevate che il voto di maturità non è assolutamente un predittore del reddito che avrete nella vita?