Tipi umani

6 modi di affrontare la sveglia che dicono chi sei

La sveglia è il primo momento della nostra giornata. Proprio per questo, da come ci approcciamo all’aggeggio stracciacoglioni per eccellenza, si riesce a capire molto della nostra personalità. L’Oltreuomo vi offre una panoramica dei modi più diffusi di affrontare la sveglia. Incredibilmente, scoprirete che a qualcuno piace pure.

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L’insonne

Il fisico dell’insonne è difettoso e lo costringe a perdersi uno dei maggiori piaceri della vita: dormire. L’insonne passa la notte a fare le capriole sul letto, sperando di trovare una posizione che gli concili il sonno. Ma è tutto inutile. La sveglia suona e lo trova con gli occhi già aperti. Con gesti lenti spegne la suoneria, scrutando l’aggeggio con sguardo pieno di rimprovero: “Tu servi solo a ricordarmi quanto fanno schifo le mie notti.” Per un insonne, la sveglia è l’ultimo dei problemi.

Quello che se ne fotte

La sveglia la si può anche ignorare. O addirittura nemmeno impostare. Ci sono persone che non accettano neppure la responsabilità di aprire gli occhi ad un orario prestabilito. La loro vita procede così, senza obblighi o impegni, faticando a decidere se appena alzati sia l’ora della colazione o già del pranzo. Di mestiere fanno gli sfaticati o i Lapo Elkann.

L’ossessivo

L’ossessivo non riesce a prendere sonno se non ha controllato 23 volte che la sveglia sia impostata all’ora esatta. E’ terrorizzato dall’idea di non riuscire a svegliarsi in tempo e il suo sogno è diventare un robot per non avere più bisogno di dormire. Quando la sveglia trilla, verifica che siano proprio le 7e49. Poi aspetta due minuti e tac! parte anche la suoneria del telefono, saggiamente impostata alle 7e51. Ancora 90 secondi per sentire lo stereo accendersi su Radio24 e poi si alza dal letto con un’espressione sollevata: “Anche oggi hanno suonato tutte e tre le sveglie. Ogni cosa procede alla perfezione. Che figata la vita!”

Lo scocciato

L’approccio alla vita dello scocciato è identico a quello che ha con la propria sveglia: pugni e insulti. Appena aperti gli occhi, gli sale l’odio per il mondo. Lancia la sveglia in un angolo della camera, impreca e con la faccia gonfia di sonno mette su una moka di caffè. Manterrà la stessa attitudine per il resto della giornata, trattando le persone come fossero la fastidiosa suoneria di una sveglia da spegnere all’istante.

Il gioioso

Il gioioso come suoneria della sveglia ha “Un raggio di sole” di Jovanotti o un altro pezzo dello Zecchino d’Oro. Apre gli occhi ed è felice. Dispensa sorrisi e allegri “Buongiorno!” già di prima mattina, quando il resto del mondo è soltanto schifato dalla propria vita. Anche il gioioso mantiene la propria attitudine per tutta la giornata. Un pericoloso mix tra Matteo Renzi e Ned Flanders.

Il procrastinatore

E poi ci siamo noi. La sveglia suona per la quarta volta e calcoliamo mentalmente se ci sono gli estremi per posticiparla di altri sei minuti. No, non si può. La posticipiamo lo stesso. Quello che ci aspetta fuori dal letto è un brutto mondo e rimaniamo rannicchiati tra le coperte, sperando che la sveglia si dimentichi di noi. Ma non è possibile. Allora iniziamo una giornata in cui il nostro unico obiettivo sarà difendersi da scadenze, obblighi, gente che vuole cose. La vita è un casino, se già a mezzogiorno inizi a calcolare le ore che ti mancano per tornare a letto.

La sveglia è un oggetto progettato per mandarci un avvertimento: se il tuo primo sbattere di palpebre è accompagnato da un trillo traumatico, non aspettarti nulla di buono dal resto della giornata.

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