6 libri scritti apposta per deprimerti
Leggere è un’attività intelligente. Come tutte le cose che attivano il cervello, ha più effetti negativi che positivi. Esclusi gli appassionati di manuali di cucina, chi legge ne ricava spesso ansie e depressione. Esistono alcuni libri che sembrano scritti apposta per asfaltare la spensieratezza dei loro lettori. Colmo del dramma, spesso si tratta di romanzi belli, testi che sarebbe un peccato non affrontare, ma da cui si esce col morale a pezzi. Eccone 6. Ovviamente la lista è incompleta, ma comunque sufficiente a rovinarvi la vita.
DISCLAIMER: Per forza di cose nel post viene raccontato anche il finale dei vari libri. Quindi evitate i paragrafi in cui si trattano i romanzi che avete in programma di leggere.
#1. Il signore delle mosche
In questo romanzo di William Golding un gruppo di ragazzini, unici superstiti di un disastro aereo, si trova solo in un’isola deserta. Qui tentano di organizzarsi in una società autogestita, che ha come scopo la sopravvivenza. Finiranno per ammazzarsi a vicenda. L’apparente morale del libro è che il male fa parte della natura umana e quindi ci accompagnerà per sempre. Ma c’è un messaggio ancora più profondo. I bambini, ci dice il romanzo, sono una banda di sadici. Lasciare soli dei giovani esseri umani significa permettere loro di trasformarsi nei mostri che potenzialmente sono. Praticamente, Il Signore delle Mosche è un manifesto contro le gite scolastiche.
#2. Anna Karenina
Anna Karenina è la storia di una donna dell’alta società russa di fine ‘800 che per una crisi di mezza età cornifica il marito con uno spiantatissimo giovane ufficiale. Anna è una passionale e, invece di tenere il piede in due scarpe, molla il consorte e va a vivere con l’amante. Ovviamente è un disastro e Anna finisce per buttarsi sotto un treno. Anche in questo caso i messaggi sono due. Il primo è che seguire il proprio cuore è il modo più veloce per far nascere in sé manie suicide. Il secondo sottolinea come puoi avere famiglia, soldi, serenità, ma nulla ti proteggerà dalle puttanate che i sentimenti inducono a fare.
#3. 1984
Orwell in 1984 tratteggia una società in cui tutti sono controllati in ogni aspetto della loro vita. Zero libertà. Il protagonista non può neppure andare in camporella senza che la polizia venga a rompergli le palle. A fine lettura ci si sente controllati, si pensa che Orwell aveva davvero azzeccato alcuni aspetti del mondo contemporaneo. Si inizia a provare gelosia per la propria privacy, a volersi difendere dai tentacoli di Google e tutte le altre società che hanno come massima ambizione quella di farsi i cazzi tuoi. Poi, per installare Facebook sullo smartphone, ti viene chiesto di accettare che la app acceda a tutti i tuoi dati. Ci pensi un attimo, metti su un piatto della bilancia il tuo diritto alla privacy e sull’altro la possibilità di visualizzare le notifiche direttamente sul cellulare. Due secondi dopo la app è installata.
#4. Il vecchio e il mare
Santiago è un vecchio pescatore che per vari motivi vuole dimostrare a se stesso di essere ancora in gamba. Quindi va in mare e riesce a far abboccare un enorme marlin. Il pesce è un osso duro e per tre giorni Santiago lotta con lui, fino allo sfinimento di entrambi. Alla fine vince, ma torna a terra senza la preda perché, nel viaggio di ritorno, i pescecani l’hanno divorata. In questo romanzo Hemingway ci regala una perfetta metafora della vita. Ti poni degli obiettivi, ci lavori sopra, ti sbatti sacrificando tutte le tue energie. Infine vinci. Ed è proprio nel momento in cui sospiri: “Ce l’ho fatta”, che perdi tutto. Hemingway lo sapeva, e infatti si è sparato in bocca.
#5. Uno, nessuno e centomila
Il protagonista del romanzo di Pirandello vive una profonda crisi di identità nel momento in cui sua moglie gli fa notare che ha il naso storto. Il personaggio si stupisce di non essersene mai accorto prima e da questo momento in poi, rendendosi conto che esistono tante immagini di lui quante sono le persone che lo circondano, cercherà in tutti i modi di scoprire il suo vero “se stesso”. Questo proposito così ambizioso finirà per farlo impazzire. Se al protagonista del libro è bastato un live difetto come il naso storto per uscire di senno, quale futuro aspetta gli strabici, i brufolosi, i bassi? La bellezza non rende felici, ma aiuta a non finire in manicomio.
#6. Tenera è la notte
Un triangolo amoroso è al centro di questo libro. Un ex psichiatra è amato sia dalla sua ricca moglie (che era anche sua paziente e tanto bene ancora non sta), sia da una ragazza molto più giovane. A fine romanzo il matrimonio è fallito, la moglie sta con il nuovo amante, della ragazzetta infatuata non c’è più traccia e il protagonista è un uomo distrutto che si rifugia in una sperduta provincia per sparire dal mondo.Tenera è la notte è una perifrasi lunga e bellissima del detto per cui “Quando sei fidanzato, hai un sacco di figa che ti ronza attorno. Appena ridiventi single, non ti caga più nessuna.”