Musica

5 delle (altre) band che caratterizzano questi anni.

Facendo un po’ il verso a un articolo troppo Hipster per essere vero, e spinto dai commenti inverosimili (tipo listine del cazzo), mi sono detto: “Non è possibile!”, e spinto da uno slogan chiaro come il sole “Musica di merda per anni di merda”, voglio rispondere con altri 5 gruppi, conosciuti ad alcuni e sconosciuti ad altri, che hanno osato negli anni 90 e rappresentano l’avanguardia musicale. Non parleremo di ragazzi sotto i 20 anni, ma di veri e propri artisti, maestri del genere, maestri del loro strumento. Tanta qualità purtroppo è sinonimo di un pubblico meno vasto.

Se mi state già maledicendo questo non è un articolo per voi. Se invece riuscite a mantenere la calma, continuate a leggere.

Mr. Bungle

1991. La Warner ingaggia un gruppo di “Pasticcioni”. Mike Patton, Trey Spruance, Trevor Dunn, Danny Heifetz, e Clinton McKinnon.

Mr. Bungle

Il nome della band viene direttamente da uno show della HBO, dove un pupazzo, chiamato proprio Mr. Bungle, insegnava ai più piccini l’importanza delle buone maniere e dell’igiene.

Il loro stile non è facile da classificare: rock, jazz, blues, funky, metal… Ma tutti sono d’accordo a dire che questi ragazzi sperimentano.

I loro lavori sono distribuiti lungo gli anni 90, fino a terminare la creazione di tracce nel 1999 con il disco “California”, continuando i live fino al 2004. Nonostante la firma con una casa discografica prestigiosa, il gruppo non ha avuto un successo tangibile nonostante la particolarità dei loro cd e il fattore sperimentazione, in alcuni brani anche molto azzeccato. L’ultimo cd, California, si è visto slittare la data di pubblicazione perché coincidente con l’uscita di Californication dei Red Hot Chili Peppers.

California è sicuramente uno degli album più accessibili a livello musicale: musica Hawaiana, Lounge, folk, surf, jazz, metal, doo wop zappiano, new age, jazz rock, avant-grade …

Non è facile scegliere un pezzo dei “Pasticcioni”, forse questo è quello che più fa intuire la naturalezza che hanno questi personaggi a cambiare genere più volte dentro la stessa canzone. 

The Dresden Dolls

The Dresden Dolls

Le bambole di Dresda sono un duo americano formato da Amanda Palmer (cantante, pianoforte, toy piano, ukulele) & Brian Viglione (batteria, basso, chitarra). Più volte si sono definiti una band di “Brechtian punk cabaret”, ispirandosi alla musica minimalista di inizio 1900.

Perché cito questi due ragazzi? Perché hanno fatto esplodere e conoscere il dark cabaret al grande pubblico.

Il duo nasce nel Novembre 2000. Nella notte di Halloween Amanda e Brian si incontrano ad una festa. Da subito Brian apprezza la musica di Amanda, e decidono di metter su un duo basato sul punk cabaret.

La loro musica è influenzata dai Cure e dai Dead Can Dance, con pizzichi di goth e vaudeville con la libertà del punk. La loro immagine è legata al mondo del burlesque e emana una nostalgia di un’età Vittoriana non ancora totalmente morta. I loro spettacoli sono sempre preparati minuziosamente, sia dal lato musicale, sia dal lato di recitazione/teatrale.

Di seguito uno dei brani più famosi del duo tratto dal loro primo album (The Dresden Dolls, 2001).

Sleepytime Gorilla Museum

Sleepytime Gorilla Museum

Definire questo gruppo forse è una cosa oltre le mie capacità: dinamici, improvvisi, slegati da ogni logica… Gli Sleepytime fanno tutto tranne che prepararsi per la nanna.

Aggressivi, abrasivi, vi trascineranno nel loro incubo a occhi aperti.

Il gruppo nasce alla fine degli anni 90 davanti a una Banana Slug.

Il nome del gruppo deriva da un Museo contenente stampe della Sleepytime Gorilla Stamps, opere futuriste e dadaiste, aperto il 22 giugno 1916, e andato a fuoco la notte stessa. L’incendio seminò il panico e il caos. Il giorno dopo venne chiuso e mai più riaperto.

Questo episodio ha dato anche il nome del primo album “Grand Opening And Closing”.  La formazione sul palco si presenta in maniera curiosa: Violino, Chitarra, Basso e ben 3 Percussionisti, 3 Voci, e spesso i membri del gruppo suonano più strumenti nella stessa canzone, alcune volte anche contemporaneamente. Ci sono anche strumenti creati ad hoc dai componenti del gruppo, indice di ricercatezza sonora.

Scegliere anche qui una canzone rappresentativa per il gruppo è una scelta ardua. Questa è la seconda track tratta dal loro primo album “Grand Opening And Closing”.

Diablo Swing Orchestra

Nel 2003 un gruppo svedese sopra gli schemi sbucò nel mondo della musica, facendo divertire e ballare a ritmo di swing in chiave moderna. L’origine del nome dell’ “Orchestra” deriverebbe da una omonima orchestra condannata dall’inquisizione per la loro musica peccaminosa.

Diablo Swing Orchestra

Il loro stile è travolgente, la loro musica è sempre sopra le righe, gli strumenti utilizzati tantissimi: dalle chitarre al violoncello, dal trombone al basso, dalla tromba al sintetizzatore, e non da meno una cantante lirica. Il successo arriva nel 2006: rilasciano il loro album sotto licenza Creative Commons. Il disco viene accolto con grande entusiasmo dal pubblico, e non tardano gli elogi per gli arrangiamenti orchestrali e per le tracce fresche e originali.

Una traccia tratta dall’ultimo album della band, dove la sonorità swing si mischia con generi vicini a quelli del metal, rimanendo in un mix curioso.

Meshuggah

Forse uno di quei gruppi che hanno fatto la sperimentazione una filosofia di vita. Creatori di un genere che loro stessi non si attribuiscono, il Djent (metal), sono un gruppo formato da 5 professionisti della musica. Forse è l’unico gruppo musicale del quale si possa disegnare di ogni canzone una funzione matematica che la contiene. Cattivi, cinici, con suoni aggressivi, con martellate sulle corde e sulle pelli. Hanno un unico difetto: suonano solo in 4/4. Il problema è che per suonare in 4/4 trovano degli escamotage teorici che rendono la canzone solo scritta in un tempo regolare: l’ascolto è tutt’altro che regolare.

La band, nonostante l’apparenza, non è così cattiva. Non mordono.

Meshuggah

Il nome stesso, Meshuggah, significa “Pazzo” in lingua ebraica. Nel 1990 la band acquista Tomas Haake (batterista) e un contratto con la tedesca Nuclear Blast. Durante gli anni 90 la band sforna 3 album molto apprezzati fino a sfociare in un tour nel 2002 con un’altra band molto particolare e complessa, i Tool.

Dopo un ep (“I”) e un LP, i Meshuggah sfornano uno dei cd più belli degli anni 2000: obZen. obZen contiene una delle track più difficili in assoluto per la batteria: Bleed. In seguito pubblicheranno anche un video ufficiale.

Nel corso del 2012 rilasciano il loro ultimo lavoro, Koloss, annunciato come “Cd che vi polverizzerà l’anima”.

Lo stile dei “Pazzi” è molto complesso: ci sono incastri molto complessi tra batteria e chiarra, di origine death metal, con influenze progressive intuibili dal fatto che ogni fraseggio, anche se ripetuto, non è mai uguale al precedente, addirittura creando delle strutture logico-aritmetiche nella canzone stessa. Un ascolto distratto potrebbe non cogliere il grado di ordine, scambiandolo addirittura per disordine.

Le composizioni potrebbero sembrare composte da una unica nota, ma le varietà cromatiche ingannano l’orecchio. Gli arpeggi tendono a creare degli ambienti sterili e freddi. Lo stile chitarristico è sempre molto legato alla tecnica del Palm-Muting.

Bleed, eseguita live a New York nel 2010.

Pierluigi C.

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