16 motivi per compatire chi ha sempre la testa tra le nuvole
Ci sono 16 motivi per cui gli individui con una spiccata propensione a distrarsi vanno compatiti e coccolati:
#1 Si cacciano costantemente in situazioni imbarazzanti;
#2 Potrebbero aver visto Magalli fare a botte al pub con un calabrese, ma non sarà mai lontanamente interessante quanto la televendita di stufe alimentate ad assorbenti interni usati sul televisore dietro di loro;
#3 Quando ad un esame gli viene formulata una domanda in maniera articolata, l’unica risposta che sono capaci di fornire è se è possibile ripetere la domanda;
#4 I “dobbiamo parlare” sono una doppia agonia;
#5 Quando alla cassa gli chiedono “Hai 10 che ti do 20?” entrano nel panico, non perché non sanno fare i conti, ma perché hanno già dimenticato i dati iniziali del problema;
#6 Quando devono concentrarsi fissano un punto nel vuoto, per poi scoprire di aver fissato un paio di tette, non essersele godute ed essere stati beccati e fraintesi;
#7 “Certo, ovvio, no ma hai ragione, quindi, …” Scusa, mi sono perso.
#8 “Sì continua, ti ascolto.” Taci! Mi stai distraendo!
#9 Si preparano con ore di anticipo per non arrivare in ritardo, ma poi ritardano comunque perché quando guardano l’ora in realtà non la leggono;
#10 Aprono le note o l’agenda per segnare una cosa importantissima, finiscono per segnare tutt’altro;
#11 Mentre cercano qualcosa dimenticano cosa, per poi decidere che possono ripiegare su altro per… ah ecco cosa stavo cercando!
#12 Sentono perfettamente quello che dici, ma capiscono altro;
#13 Quando qualcuno li fissa dimenticano cosa stavano facendo, come si chiamano, dove si trovano, chi è costui per loro;
#14 Al momento di voltare pagina si rendono conto che invece devono ricominciare dal primo rigo della pagina precedente perché non si ricordano nulla di ciò che hanno letto;
#15 Mentre scrivono un punto di una lista pensano già al successivo e finiscono per dimenticarli entrambi, tipo me adesso;
#16 L’ultimo punto non me lo ricordo…l’ho per caso già detto?
Di non mi ricordo chi…ah sì, Luca Carletta