Musica

I tipi umani dei Gruppi Musicali

E’ capitato a molti di noi, in adolescenza, di farsi catturare dai sogni di Rockn’Roll.

La vocazione alla Rockstar è infatti la più comune tra i giovani, che continuano a mettere in piedi gruppi su gruppi come se non ci fosse un domani. Anche io venni stregato da questo sortilegio, e cominciai a suonare la chitarra con la speranza di poter conquistare nel mio piccolo la gloria che mi spettava.

Alla viglia di ogni concerto (che fosse una sagra, la cantina di un mio amico, o una festa studentesca) fantasticavo per ore creandomi aspettative altissime, tipo che facevo un superassolo uguale a quello di Thank You dei Led Zeppelin (BBC version) e la tipa più strafiga della scuola veniva ammaliata da come facevo l’amore con le corde mentre duemila persone urlavano il mio nome.

Poi arrivava il concerto, poi arrivava la realtà: l’acustica della sala era una merda, il mio assolo veniva fuori uno schifo, il pubblico era composto da mia madre e due amici, e l’unica tipa che veniva ammaliata dal mio talento era Slymer, la ragazza più cicciona e brufolosa della provincia.

Per carità, la colpa era anche mia, suonare in una band anni ’70 nei primi anni 2000 non era il massimo della popolarità, ma la differenza tra come mi era stato dipinto il sogno e come si è poi rivelato mi ha profondamente deluso.

Quando compresi che per scopare bastava comprarsi due piastre della Pioneer, mettere due cd masterizzati, atteggiarsi da figo e indossare occhiali con montatura bianca, capii che non avrei mai scopato in vita mia.

Allora scelsi la strada del «suono con gli amici, perché mi piace bere due birre in sala prova, un concertino ogni tanto, così sto tranquillo, non sono fatto per la vita da tour.» Insomma, scelsi la strada di chi non ha talento.

Però durante quegli anni, più band cambiavo più notavo che ogni tipo di musicista condivideva, con le dovute differenze, le stesse caratteristiche.

E così ecco per voi dallo scrigno dei miei ricordi i Tipi Umani dei Gruppi Musicali.

Il bassista

Il bassista è il musicista più sfigato, quello che viene continuamente deriso e preso in giro dagli altri membri della band. Questo è dovuto al fatto che il basso è considerato uno strumento facile, perché è una chitarra con meno corde. Per prendersi la rivincita il bassista tende a buttarsi sullo slap, unica tecnica che può dare gloria ad uno strumento condannato a stare sullo sfondo. Ovviamente dopo due minuti di slap la pazienza degli altri musicisti finisce e sfocia in cazzotti in faccia. Il bassista ritorna nel retrobottega a fare le sue toniche. Caratterialmente tende a essere un tipo introverso e timido oltre ad avere una particolare dote nel stare sul cazzo agli altri senza motivo. Non a caso il bassista per eccellenza, Jaco Pastorius, è crepato perché è stato pestato da un buttafuori a cui stava sulle palle.

"Cosa hai detto che suoni?"
“Cosa hai detto che suoni?”

Il chitarrista ritmico

Il chitarrista ritmico è quello che tiene insieme la baracca, ma vista l’assenza di virtuosismi tra i suoi compiti viene sempre relegato al ruolo di comparsa. E’ l’ultima ruota del carro, e perfino il bassista a volte si permette di menarlo per il culo. Caratterialmente è un tipo tranquillo e riservato, a cui piace ascoltare buona musica, e a cui piace suonare senza il bisogno di mettere il suo ego davanti a tutto. Queste caratteristiche fanno del chitarrista ritmico il musicista più degno di stima, infatti è difficilissimo trovarne uno.

"Chia ha scritto tutti i pezzi? Io!"
“Chi ha scritto tutti i pezzi? Io!”

Il chitarrista solista

Il male in persona. Il chitarrista solista ha più ego di una corriera piena di giudici di X Factor. Non ha alcun interesse a suonare, l’unica cosa che gli interessa è fare assoli, assoli lunghissimi e sconclusionati. Bellissimo goderselo in sala prove, dove il solista mette in mostra tutto il suo bisogno di attenzioni. Il volume non è mai abbastanza alto, per questo il suono per l’assolo viene costruito mettendo al massimo volume e guadagno, e buttandoci sopra due overdrive, sei fuzz e ventisette Cry Baby. In tutto usa due suoni -distorto e superdistorto-  ma nonostante ciò non evita di costruirsi una pedaliera con settecento effetti diversi; una fottuta navicella spaziale costata quanto una monovolume. Caratterialmente è un deficiente, serviva specificarlo?

"Quanto sono assolicamente bravo"
“Quanto sono assolicamente bravo”

 Il chitarrista Shredder

Uguale al chitarrista solista ma con un game-boy al posto del cervello.

"Yaaaaaaaaaaaaaa!!!"
“Yaaaaaaaaaaaaaa!!!”

Il batterista

Il batterista è quello pazzo, quello che si spezza i denti cadendo ubriaco sul marciapiede, quello che si butta in piscina a bordo di una Rolls Royce, quello che muore soffocato dal proprio vomito, insomma, il figo del gruppo. Di solito è molto espansivo e casinista, socievole e rompiballe. Piacevolissimo in sala prove, dove impedisce qualsiasi tipo di comunicazione verbale per eseguire odiose rullate durante le pause tra un pezzo e l’altro; più fastidioso di un parcheggio pieno.

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Il cantante

Il cantante si divide in 3 tipi

  • Il cantante alla Ian Curtis: Triste, depresso, drogato, frangia che gli copre gli occhi, pelle bianca, genitori ricchi. Questo tipo piace alla figa ma non è in grado di cantare, sa solo citare poeti o scrittori maledetti. E’ finito a fare il cantante perché era l’unico abbastanza benestante da potersi permettere un mixer e un impianto.
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“Sono triste sono triste triste triste triste tristeeeeeeeeeeee”
  • Il cantante alla Liam Gallagher: Violento, proletario, arrogante, alcolizzato, rissoso, scroccone, antipatico, ritardatario, inaffidabile, maldestro, molesto, calante, offensivo, sporco, disordinato, egoista, irascibile, squilibrato. Il cantante alla Liam Gallagher è il meno peggio che vi possa capitare.
"Qualcuno ha una pinzetta?"
“Qualcuno ha una pinzetta?”
  • Il cantante alla Adam Levine: Caratterizzato da due o tre linee di dolce, il cantante alla Adam Levine è la cosa peggiore che vi possa capitare. Narciso come come una velina, ed altrettanto propenso agli stacchetti, utilizza la musica solo per ricercare attenzioni. Le mossette che esegue sul palco vi creeranno imbarazzo per anni, le flessioni eseguite in camerino prima del concerto per dare volume ai bicipiti vi porteranno a pensieri omicidi.
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“Cazzo ti ridi?”

Il tastierista

Avete presente quando siete a un concerto e verso la fine vi accorgete che sopra il palco, all’estrema sinistra, nascosto dalle casse e in penombra, c’è un tizio seduto davanti ad una specie di scrivania? Bene, quello è il tastierista, l’unico che quando sente pronunciare il nome Emerson non pensa al Puma.

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“Ah Emerson Lake and Palmer, il mitico centrocampo della Roma di Capello.”

Musicisti aggiunti

Sono i fiati, i violini o altri. Di solito, non suonando strumenti tipici di un gruppo rock o pop, provengono dal mondo della musica classica. Imbarazzante l’inserimento nel gruppo. Alla prima prova il musicista aggiunto si sente come un professore di Semiotica che deve comporre un saggio con un gruppo di analfabeti. Dopo un po’ di tempo si ritroverà costretto ad adattarsi alla situazione e a parlare il tipico linguaggio dei gruppi rock.

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“Ma guarda te, dieci anni di conservatorio per suonare ste cazzate”
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