Viaggi

Tutti i drammi della ragazza alle prese con le valigie

Qualcuno diceva che viaggiare vuol dire vivere due volte. La pensano così anche molte ragazze abituate a viaggiare sole, sole con la loro valigia. Per loro, il viaggio vuol dire anche vivere una vera e propria Odissea…

Spesso il dramma della “ragazza con la valigia” comincia proprio nel momento in cui deve preparare i bagagli. Nonostante anni e anni di allenamento, alla fine dalla lotta con la valigia si esce sempre sconfitte. E così, dopo aver combattuto fino alla fine, si è costrette a togliere quelle ultime due cose che proprio non entrano e metterle nella borsa. Borsa che immediatamente assume le sembianze di quello che quasi sicuramente verrà scambiato per un pacco bomba all’aeroporto.

Valigia pronta, biglietto alla mano e si è pronte a partire. E qui la storia si complica a seconda del mezzo scelto per il proprio viaggio.

donna con valigie

LA “RAGAZZA CON LA VALIGIA” E L’AEREO

La “ragazza con la valigia” appena entra in aeroporto è pervasa dalla celeberrima “ansia da metal detector”. Lei sa, che in un modo o nell’altro, o lei o la sua cara compagna di viaggio causeranno qualche problema e non sa mai se sia peggio aprire la valigia davanti a tutti per mostrare il caos che vi è all’interno (che non è altro che il suo panorama mentale) o farsi perquisire, anche se poi quasi sempre la colpa sarà di quel paio di orecchini troppo belli per non essere messi. Superati i controlli, la “ragazza con la valigia” è così sfortunata da essere in ritardo anche quando è in anticipo e così tutto l’aeroporto saprà che lei, si proprio lei, è l’unica che manca per poter partire.

LA “RAGAZZA CON LA VALIGIA” E IL TRENO

La “ragazza con la valigia” ha uno stretto e inspiegabile rapporto di amore/odio con i treni. Lei sa che, una volta salita sul treno, è più facile trovare l’ago nel pagliaio e non un posto per la sua enorme valigia carica di libri e provviste per un paio di mesi. Sistemata la valigia, il vero dramma è arrivare a sedersi senza creare troppi scompigli all’interno della carrozza, nonostante i posti sembrino di viaggio in viaggio sempre più stretti. E poi c’è il vicino… ma quanti tipi molesti prendono i treni? C’è il (quasi sempre finto) manager che passa ore e ore al telefono, la signora anziana che decide di raccontare tutta la sua vita proprio nel momento in cui si decide di leggere o studiare, il bambino che piange, la mamma che urla, il signore che abbaia al cane che abbaia… E poi, finalmente, l’ultima grande prova… trovare un’anima pia che aiuti la “ragazza con la valigia” a scendere dal treno, un’azione che sembra banale, ma che potrebbe salvarle la vita. Il rischio? Finire sui binari.

Ma torniamo ai drammi comuni… Una volta arrivata, la “ragazza con la valigia” comincia a trascinare la compagna che ha con sé, che è sempre così pesante da provocare dolori di cui sicuramente a 80 anni si ricorderà. Finalmente, una volta arrivata sull’autobus che la porterà a casa, la “ragazza con la valigia” comincia a perdersi guardando la città che corre veloce. È così assorta nei suoi pensieri che le potrebbe capitare di lasciare la borsa proprio su quel bus… E così, una volta arrivata, l’Odissea ricomincia… questa volta alla ricerca della borsa su un autobus qualsiasi della città!

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