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4 svilenti strategie che sei costretto ad adottare quando hai pochi soldi

Il denaro, maledetto denaro; tutto nella vita ruota intorno ai soldi e spesso non ci accorgiamo che dalla nostra disponibilità economica non dipendono solo gli aspetti macroscopici ma anche i piccoli e più artificiosi comportamenti che adottiamo in società. A quasi tutti e capitato di passare dei periodi non particolarmente floridi e di conseguenza a quasi tutti è capitato di dover adottare delle strategie comportamentali per salvaguardare la cosa che più sta a cuore a coloro che sono in ristrettezze: la dignità. Perciò ecco oggi elencati una serie di cose che siamo costretti a fare quando il portafoglio piange.

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#1. Indebitarsi con gli amici

 

Indebitarsi con gli amici è altrettanto svilente quanto necessario. La tattica più comune e banale è fingere di aver dimenticato il portafoglio a casa così da elemosinare una bionda piccola o un bicchiere di bianco. Il problema è che spesso questi microdebiti si accumulano finendo per diventare delle somme abbastanza grandi da poter pagare una tangente per il Mose. Quando arriva il fatidico momento in cui il tuo migliore amico pronuncia la fatidica frase “Mi devi settecento euro” invidi gli investitori della New York del ’29 che almeno avevano palazzi abbastanza alti da cui lanciarsi. Tutto per non ammettere di essere degli squattrinati.

Una volta un mio conoscente aveva usato la tattica del portafoglio dimenticato ma mentre mi riaccompagnava a casa venne fermato dai carabinieri. Alla richiesta degli agenti di favorirgli la patente lui finse davvero di averlo scordato a casa – anche se sapevo benissimo che ce l’aveva – pur di non fare con me la figura barbina di quello senza una lira. Quindi si beccò una multa di quaranta euro per salvare l’onore. Che affascinante l’essere umano.

#2. Snaturare la propria personalità

 

Altra cosa che siamo costretti a fare è adattare le nostre inclinazioni rispetto allo stato di salute del nostro conto in banca. Se ad esempio amiamo viaggiare o non possiamo fare a meno di andare al cinema, quando i soldi cominciano a diventare pochi improvvisamente siamo costretti a rinunciare a tutto ciò. A questo punto per mantenere la celeberrima dignità intatta siamo costretti a snaturarci e a dichiarare apertamente quanto odiamo i viaggi, quanto faccia cagare il cinema rispetto a una bella puntata di Amici su canale 5 e cose del genere.

Esempio.

-È uscito l’ultimo film di Cronenberg, andiamo a vederlo?

-No no non mi piace Cronenberg.

-Come no? Hai letto tre monografie su di lui.

-Si ma era per studiare il nemico.

-Va beh andiamo a vedere un altro film.

-No sai che non mi piace il cinema.

-Come no? Ma se ti sei laureato in cinema…

-Cercavo una laurea con sbocchi sicuri ma mica mi piaceva.

 #3. Inscenare farse

 

La cosa più terribile è dover inventarsi umilianti stratagemmi per sopravvivere. Succede ad esempio quando abbiamo fame, siamo fuori, e nel taschino ci sono solo due euro e venti. Lo stomaco morde, cominciano le contrazioni, è necessario riempirlo di qualcosa. Appare un panificio, un trancio di pizza sarà sufficiente a placare il nostro organismo.

A quel punto il dilemma: due euro e venti basteranno per un trancio?

Lo scenario peggiore è ordinare, scoprire di non avere abbastanza soldi e fare una figura di merda davanti alla commessa – magari pure figa – per pochi centesimi. Ma basta usare un po’ la fantasia per uscire da questo vicolo cieco. Ad esempio ci si può fingere dipendenti dell’Istat che stanno facendo una ricerca sul prezzo dei tranci di pizza in Italia, o fingersi dei colleghi che vogliono stringere un accordo sui prezzi per creare cartello ed eliminare la concorrenza. Insomma, tutto vale purché vi permetta di non dover chiedere prima quanto costa un trancio e dover fuggire imbarazzati perché non ve lo potete permettere.

 #4. Simulare malattie

 

Simulare malattie è la strategia più immediata in tempi di magra, in quanto permette di poter declinare gli inviti a cena degli amici senza fare la figura del pezzente. Ricordo che due anni fa, durante un periodo piuttosto buio, finsi di essere affetto da una particolare forma di gastrite con reflusso gastroesofageo per giustificare i miei continui pacchi ad apericene, pranzi ed altri simposi sociali eccessivamente costosi. L telefonate si svolgevano più o meno così:

-Stasera cena a Gorizia? Conosco una trattoria fantastica dove si mangia benissimo e ti portano tutto su un vassoio di pelle di drago che…

-No guarda non posso ho la gastrite starei malissimo devo mangiare la pasta in bianco, tocca passare stavolta…

-Va beh che problema c’è? Prendi una pasta in bianco lì ma almeno si sta insieme…

-No è che posso mangiare solo una pasta in bianco speciale fatta con grano coltivato dentro i becchi dei volatili delle Galapagos…

-Non è che non hai soldi? Perché se è così ti offro io tranquillo.

-Ma cosa dici, per chi mi hai preso per un pezzente? Sto davvero malissimo, ti giuro…

Non saprò mai cosa si prova a mangiare su un vassoio di pelle di drago.

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