Le Oltre favole

Piccolo Pugile e il Dottor Divago

 

Piccolo Pugile era depresso ed aveva grossi problemi con la masturbazione.

Sino all’ottavo anno di vita egli avrebbe potuto definirsi sereno, se solo fosse stato in grado di farlo, ma da quella mattina di Domenica 12 Febbraio al suo risveglio tutto era drasticamente cambiato.

In seguito all’immediato shock succeduto da un periodo di grande sconvolgimento emotivo e di conseguente depressione, decise di mettere da parte il proprio orgoglio e, nella convinzione di essere ormai in procinto di attraccare l’ultima spiaggia, di affidarsi alla psicanalisi; più precisamente sotto le cure del celebre Dottor Divago.

Il Dottor Divago è un luminare di fama internazionale, professionista dalle indiscusse capacità diagnostiche e grandissimo terapeuta, uomo il cui aspetto sobrio ed il portamento stile tardo ottocento richiamano inequivocabilmente il classico stereotipo dello psicanalista.

Piccolo Pugile:-Vede Dottor Divago, credo che io sia affetto da una crisi depressiva dipendente dalla mancanza di prospettive-

Dottor Divago:-Da quando si è reso consapevole di ciò?-

PP:- Appunto da quando mi sono reso “consapevole”, il 12 Febbraio scorso-

DD:-Si spieghi-

PP:-Intendo dire che da quando mi sono svegliato quella mattina mi sono ritrovato di punto in bianco cosciente della mia esistenza-

DD:-E prima di quella data?-

PP:-Facevo esattamente le stesse cose che faccio ora, solo senza pormi il problema del perché le facessi e a quale scopo. Inoltre, mai prima di allora avevo conosciuto e convissuto con la certezza della fine e quindi con l’inutilità della mia esistenza finita-

DD:-Mi parli allora delle sue abitudini-

PP: -La mia vita è da sempre stata caratterizzata dalla monotonia: al soddisfacimento dei miei bisogni primari alterno l’assecondare quegli istinti che ora, da questa nuova prospettiva, definirei quasi disturbi ossessivo compulsivi-

DD:- Me li elenchi-

PP:-Leccarmi gli arti anteriori; spostarmi aperiodicamente e senza una qualsiasi ragione da un luogo ad un altro; accucciarmi per ore per poi d’un tratto mettermi in guardia spinto dal sentore immotivato che stia succedendo un imprecisato “qualcosa” (accadimento che logicamente e regolarmente non accade); recarmi ciclicamente presso la siepe del giardino alla ricerca di un sempre indefinibile “qualcosa” che puntualmente non trovo e per il quale solo due minuti dopo, come se privato della memoria o in possesso di una singolare stupidità, reco nuovamente visita sempre alla stessa siepe e sempre nello stesso punto.-

DD:-Mi parli del suo problema intimo-

PP:-Da quel 12 Febbraio provo sovente lo stimolo impellente di masturbarmi e, sebbene ciò mi provochi un’imbarazzante erezione, non riesco mai a raggiungere l’eiaculazione-

DD:-Da cosa nasce secondo lei questo desiderio irrefrenabile?-

PP:- Oh Dottore! A tal quesito posso risponderle facilmente: questo desiderio nasce grazie a Mimi-

DD:-Mi parli di lei-

PP:-Mimi è una creatura stupenda: spesso la vedo girovagare qui nei dintorni; la sua dolce sensualità nelle movenze come un magnete attrae istantaneamente i miei occhi e solo la mia patologica timidezza riesce a staccarli da lei quando incrociano il suo dolce ma provocante sguardo.

DD:-Non ha mai tentato un approccio?-

PP:-Sì in un due o tre occasioni credo e dopo interminabili battaglie contro i miei timori e le mie insicurezze, ma in ciascuna di tali circostanze sono stato fermato: la prima volta dall’intervento di Alì e la seconda da quello di Nerone, due individui che usano frequentare la mia zona.

DD:-Suppongo che questi siano intervenuti adottando l’usuale comportamento detto “marcamento del territorio”. Si avvicinano a lei per instaurare una conversazione facendole così intendere che

quello non è terreno di caccia a lei accessibile.-

PP:-Sì, in un certo senso sì, ma non esattamente-

DD:-Specifichi-

PP:-In entrambi gli episodi uno di loro le si sono avvicina, le sale sul dorso ed inizia a penetrarla-

DD:-Come, così davanti ai suoi occhi?-

PP:-Sì-

DD:-E questa Mimi lasciava fare? Le sembrava consenziente?-

PP:-Non pareva molto attiva ma nulla faceva per porre resistenza; dava l’idea quasi d’esser indifferente-

DD:-Tutto questo è certo molto interessante e ci torneremo a breve ma torniamo per un attimo al suo problema. C’è un particolare caratteristico di questa Mimi che la stimola sopra ogni cosa? Qualcosa che in nessun altra riesce a trovare-

PP:-Sì, certamente la sua coda-

Chiedo scusa al lettore per la dimenticanza, ma ho omesso di premettere nell’incipit che Piccolo Pugile è un gatto; tra l’altro non certamente il più aggraziato ed affascinante tra i felidi e neppure il più agile e scaltro: si potrebbe dire un gatto mediocre.

PP:-Mi dica Dottor Divago, crede che tra le esperienze che le ho raccontato ed i miei traumi infantili vi si possa trovare una qualche causa per un disturbo caratteriale di tipo Freudiano che spieghi i miei problemi con l’autoerotismo?

DD:-Credo di no. Anzi ritengo piuttosto che lei sia affetto da un difetto fisico di tipo Darwiniano che prende il nome di “mancanza del pollice opponibile”-

PP:-Già, in effetti la sua diagnosi sembra aderire con la sintomatologia. Anzi! Certamente questa è la chiave di lettura dei miei recenti problemi! Grazie Dottore, per la prima volta dall’inizio delle mie sventure sento il riaffiorare di un leggero ottimismo.-

DD:-Si figuri, non c’è di ché. Potrebbe tuttavia cortesemente smettere di graffiare il divano?-

PP:-Ah sì certo. Mi scusi.-

DD:-Comunque cerchi ora di frenare gli entusiasmi. Abbiamo solo scalfito la crosta del problema; occorre ora proseguire per giungere al nocciolo.-

PP:-Sì certo, ma potrà capire il mio sollievo per il primo passo avanti, dopo tante sofferenze.-

DD:- Sì, naturalmente, la comprendo. Se poi riesce, come detto in precedenza, a non graffiarmi il divano sarebbe splendido.-

PP:-Mi scusi ancora, credo sia il nervosismo.-

DD:-No, è la sua natura.-

PP:-Già, la mia natura! Vede Dottore, è la mia natura che mi fa soffrire, che mi logora il fegato.-

DD:-Ha pensato di rivolgersi ad un epatologo?-

PP:- Sì, ci ho pensato, ma crede che possa aiutarmi anche se il senso dell’affermazione precedente fosse stato metaforico?-

DD:-No –

PP:- Come sospettavo. In ogni caso, come dicevo, è la mia natura che mi strazia e sento ormai di avere ancora poco tempo dinnanzi a me.-

DD:- Per via del fegato?-

PP:- No, per via del fatto che sono ormai alle soglie della terza età e pochi lustri ancora mi rimangono da vivere. Conscio ora del mio essere, fluttuo inerte nel vuoto della mia esistenza, della quale ho sprecato la maggior parte e il cui resto non so come riempire.-

DD:- Suvvia, non sia così tragico. Comprendo il suo busillis; dev’essere scioccante tutto d’un tratto entrare in possesso della propria coscienza. Ciò nonostante deve mettere da parte per ora i suoi drammi ontologici e pragmaticamente cercare un qualche cosa di tangibile per colmare il suo vuoto interiore. Concentrandosi e dimenticando per un attimo i sui travagli emotivi, riesce a trovare qualche attività che la appassioni?-

PP:- Mhm…beh, a ben pensarci, da quella fatidica domenica, nonostante il progressivo peggiorare

del mio umore ed il crescere delle mie ansie ho cominciato a percepire in me la nascita di una sorta di spirito creativo: da allora e pian piano sempre più, la mia mente ha iniziato ad essere attraversata da immagini, parole, frasi ed infine da versi. Ho sentito la poesia penetrare lentamente il mio essere e tanto più acuta e penosa si faceva la depressione tanto più il mio desiderio di mettere su carta quanto stavo creando si faceva incontenibile. Ma ciò nonostante, non sono mai riuscito a scrivere nulla. Crede sia un blocco emotivo?-

DD:- Credo che sia per via del pollice opponibile.-

PP:- Già, temo abbia ragione. Ma può la natura essere così crudele e mozzare le ali della ribellione intellettuale di uomo che lotta il proprio destino oscurato dalla notizia che Dio è morto? Mi dica, può un uomo vivere così?-

DD:- Le ricordo che lei è un gatto.-

PP:- Già, ha ragione-

DD:- Inoltre lei sta semplicemente citando l’Ecce Homo.

PP:-Credo di sì, ma vede, ritengo che un tema fondamentale sia la morte. Ad essa a volte mi sembra di voler ricorrere per porre fine al mio tormento, ma in fondo di essa ho timore. La temo e soffro di questa contraddizione dalla quale ogni anima decadente che ancora detiene un briciolo d’amor proprio, non può che venir trafitta per poi lentamente dissanguarsi e spegnersi nella più triste solitudine.

Ciò che mi scava il cuore è questa forza di morte che sta nascosta nell’universa natura; la quale non ha generato nulla che non possa distruggere il suo prossimo e sé. Così, atterrito, barcollo.

O Cielo, o Terra, o palpitanti forze intorno a me! Ormai non vedo nulla, tranne un Mostro che eternamente ingoia, eternamente rumina.-

DD:-Lo sa che le ulti…Signor PP per cortesia la smetta graffiare il divano!-

PP:-Scusi.-

DD:- Dicevo, lo sa che le ultime due frasi le ha palesemente copiate da I dolori del giovane Werther?-

PP:- Sì. Ma in definitiva non crede che in ultima analisi tutta questa storia non sia altro che un malriuscito plagio scritto mediocremente de La metamormosi?

DD:- Decisamente-

PP:- Ma allora lei crede che l’originalità sia perduta? Che dovrei cessare di rifugiarmi nella mia morbosa ricerca d’espressione artistica per colmare il vuoto della mia esistenza in quanto ogni mio parto risulterebbe solo una nota a piè pagina di tutto ciò che è già stato fatto? Che siamo solo la copia di mille riassunti?…-

DD:- Smetta di scopiazzare!-

PP:-…Che forse la mia mia patologia può essere curata con il declassamento delle ambizioni e l’accettazione della realtà?-

DD:- Copyright a parte credo di sì-

PP:-Oh grazie Dottor Divago! Ora mi sento un uomo nuovo!-

DD:-Lei è un gatto.-

PP:-Credo di aver compreso a pieno la situazione e di poter finalmente dire di avere di nuovo degli obiettivi. Rivaluterò in positivo il mio io e la mia vita, eliminerò le alternative depotenzianti di avvenimenti negativi, compilerò quotidianamente le tabelle autovalutative e quelle delle priorità e farò tutta quella sequela di banalità che è solita prescrivere la psicologia. Grazie dottor Divago, è tutto merito suo!

DD:-Si figuri, il suo caso è stato davvero interessante, il piacere è stato tutto mio.

Sono 225 euro.-

Janne Kim Siirkinen

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