Coppie

Perché il profilo di coppia non è la cosa peggiore del mondo

Un giorno, di ritorno a casa dalle fatiche quotidiane, mentre lasci like e ti indigni su facebook noti una richiesta di amicizia. Sovrappensiero guardi la foto profilo (miniaturizzata) ritraente due tuoi conoscenti che sai essere fidanzati. Accetti senza pensarci troppo perché, in fondo, stai investendo su un possibile like aggiuntivo alle tue foto. Sorridi compiaciuto e torni alle tue attività.

Qualche giorno dopo, scorrendo la tua bacheca, cominci a notare i primi post e gli aggiornamenti della foto profilo da parte di questa persona che, stranamente, mette sempre foto di coppia. “O sono innamorati oppure la loro relazione va talmente male che alla fine conta solo che gli altri commentino complimentandosi per il loro amore”. Li consideri due sfigati senza vita sociale, perciò lasci un like di commiserazione e pietà, nella speranza di riceverne uno indietro. Finora non hai ben capito a chi dei due appartenga il profilo e, in fondo, non te ne importa poi molto.

 

Qualche settimana dopo noti l’ennesimo post di questo misterioso profilo che, condividendo una foto con una scritta romantica, tagga se stesso. Appena noti questa stranezza nel tuo cervello si accende una lampadina. Un brivido ti corre lungo la schiena. Sudi freddo. Bocca impastata. Capisci ma non vuoi crederci. Come quando i tuoi genitori ti hanno rivelato che Babbo Natale non esiste. Bestemmi a denti stretti. “E’ un profilo di… coppia” sospiri.

 

Preso dalla curiosità misto ad un sano masochismo spulci il profilo. E noti diverse stranezze.
1. Commentano parlando con il “Noi”.
2. Tra i commenti del post dell’autotag leggi la risposta del partner.
3. Analizzi il nome del profilo: Un misto dei nomi/cognomi di entrambi.
4. I genitori di entrambi i ritarda… di entrambi i personaggi commentano tutto, come le zie che mettono il cuore sotto una tua foto in cui sei ubriaco marcio.

 

Nei cinque minuti successivi accade questo: incredulo elimini (e blocchi) la chimera virtuale. Piangi. Ti rinchiudi nello sgabuzzino mentre nella tua testa parte il ritornello: “Hello darkness my old friend…”
Ti riprendi qualche ora con la più classica delle teorie: “Esibizionisti, ridicoli e infantili. Probabilmente lui è uno che venderebbe la madre pur di rimanere con una ragazza, figuriamoci se non sarebbe in grado di creare un profilo di coppia” oppure con la perla di saggezza: “lei è una psicopatica che vuole tenerlo sotto controllo, sicuramente ha un secondo profilo personale con cui lo tradisce, poveraccio”.

 

Ti senti triste e vuoto per aver tolto l’amicizia a quelle persone, il loro like ti sarebbe proprio servito il giorno del tuo post polemico che prepari da mesi. “Non importa, ho solo sbagliato cavallo su cui puntare” e già questo pensiero ti fa sentire meglio.
Per sicurezza decidi di evitarli anche nella vita reale, evitando così situazioni imbarazzanti.

 

La vita però, bastarda com’è, decide di farti incontrare il ragazzo alla fermata dell’autobus. Non potendo fare nulla per evitarlo, lo saluti e lui attacca bottone. Dopo 10 minuti di inutili chiacchiere scopri la notizia del mese: si sono lasciati. Quel profilo è sparito per sempre.

 

La sera, a casa, entrando su facebook una notifica: richiesta di amicizia del ragazzo. Stavolta solo lui. Sei felice, è tornato in lui e può tornare a mettere like tattici alle ragazze.
Prima di spegnere il computer non puoi fare a meno di pensare: “non credo esista qualcosa di peggio dei profili di coppia”. Ma la vita, come nei peggiori film horror in cui il mostro/psicopatico non è mai ucciso ma ritorna sempre all’attacco, ti smentisce. “una nuova richiesta di amicizia da parte di: FAMIGLIA R….”.
E ti senti morire dentro.

 

Capisci cosa intendesse Leopardi con l’espressione “pessimismo cosmico”.
Gli chiedi perdono per averlo considerato uno sfigato.
A forza di guardare l’abisso, l’abisso ha guardato dentro di te.
Decidi di compiere un gesto efferato e impulsivo.
Sai che però ti farà stare meglio. Per sempre.

Impostazioni –> Elimina account.

 

Credetemi, io ho visti i profili di famiglia. Ho ancora i brividi.

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