Scuola

Perchè in futuro tutte la facoltà saranno inutili

Nell’eterna lotta fra umanisti e scienziati, poli di una vasta gamma accademica che spazia da aspiranti geni promotori di virtute e canoscenza che sognano uno stile di vita bohemien foraggiati dal babbo imprenditore e luminari della matematica e della tecnologia per i quali è più facile entrare in empatia col teorema di Lagrange (no, non la canzone degli ZZ Top) che con un cartonato di Scarlett Johansson versione Vedova Nera, chi avrà la meglio?

 

Semplice, nessuno. Perché le magnifiche sorti e progressive di questo mondo ci porteranno all’autodistruzione ed è il pensiero più confortante che scelgo prima di farmi un bel sonno rigenerante. Certamente, ci sono categorie che si estingueranno più velocemente, perché non sapranno adattarsi a nuovi scenari fatti di “Grazie le faremo sapere” o “Non abbiamo bisogno”. Sono le cosiddette facoltà inutili. Ma anche quelle che agli occhi ingenui della massa (e quindi non ai miei, perché ho studiato) sembrano le più utili si troveranno a fare i conti con una realtà che non le vorrà più. Una realtà che già adesso ci sta lanciando presagi di un’apocalisse universitaria. Procedendo con ordine, vi mostrerò l’inquietante filo rosso che lega il futuro delle principali facoltà:

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Lettere e Filosofia. I grammar nazi, si sa, non piacciono a nessuno e danneggiano il tessuto sociale. Possiamo intuirlo dai dilaganti “Se sarei”, ma anche dall’avanzata di nuove forme come “escile”. In un prossimo futuro a tinte orwelliane correggere qualsivoglia errore sarà severamente punito. Come ogni arte del ragionamento e dell’argomentazione, superflue e nocive.

 

Comunicazione. Non abbiamo voglia di comunicare. Siamo pigri anche in frasi come “Hai da accendere?” quando sarebbe più giusto dire “Hai un utensile di cui possa usufruire al fine di accendere una giolla imminente?”.  Vogliamo solo imbottirci di suoni a vicenda. E poi non è che abbiamo queste grandi cose da dire.

 

Lingue. Basterà padroneggiare Google Translate, in un mondo che comunicherà sempre meno, soprattutto dal vivo. E comunque, ho visto laureati che mimavano un aereo al decollo per far capire agli addetti olandesi che stavano cercando il gate per Malpensa.

 

Giurisprudenza. A sentire i luminari del bar cresciuti a pane e bud spencer e terence hill e che credono di potersi sentire novelli Eastwood solo al pensiero di andare in giro con una pistola, la giustizia sarà una faccenda privata. E mentre le parcelle degli avvocati salgono, la fiducia cala.

 

Economia. Niente lavoro, niente soldi. Contabili, banchieri,managers ecc…. potranno tutt’al più rifugiarsi in un mercato metafisico, nell’illusione che domanda e offerta abbiano ancora un senso in un mondo dove non si saprà che cavolo scambiarsi per rendersi insoddisfatti a vicenda. La fiducia in queste categorie, poi, vedi avvocati sopra.

 

Medicina. Nonostante le nobili intenzioni, non abbiamo voglia di prenderci cura di noi e domani sarà ancora peggio. Del resto, che cosa ne sanno i dottori. L’ipocondria salirà vertiginosamente, al pari delle autodiagnosi via internet.

 

Psicologia. Tra tutti i problemi di salute che potremo sviluppare, quelli mentali hanno priorità zero. Stiamo già imparando a conviverci e non è poi tanto male. Ce ne occuperemo se avanzerà tempo, ma non è importante.

 

Ingegneria. Ma come, il gotha del mondo universitario non può crollare! Invece sì, e sarà per la sua superbia. Le odierne schiere di ingegneri stanno lavorando a meccanismi sempre più automatizzati e intelligenti di lavoro. Meno lamentele, meno Fiom, più efficienza. Al punto che sorgerà una stirpe di robot così avanzata da soppiantare gli ingegneri, con un 13% di umanità in più oltretutto. All’orizzonte, si profilano studenti robot in facoltà automatizzate.

 

Siamo i figli rinnegati di un sistema scolastico che per rimediare al suo peccato originale ci renderà sempre più obsoleti. Solo un Dams può giudicarci ora.

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