Arte

I 7 film da girare per vincere un Oscar

L’Italia ha vinto un Oscar e siamo tutti contenti. O forse no, non lo so. Sicuramente lo è Maradona, che per essere stato pubblicamente ringraziato da Sorrentino ora starà festeggiando spargendo bamba sopra gli spaghetti al posto del parmigiano.

Comunque si tratta di un grande successo per l’Italia e, come ogni vittoria, sarebbe bello si ripetesse il prima possibile. Per questo l’Oltreuomo consiglia ai suoi lettori con aspirazioni da cineasta alcune tipologie di film che, se girate con una sufficiente dose di autoreferenzialità e narcisismo, li porteranno dritti dritti all’Oscar. Eccole. 

Il film in bianco e nero

Fate rivivere allo spettatore l’eleganza delle immagini d’epoca. Se la sceneggiatura fa schifo, basta cestinarla e girare un film muto. Nessuno ci capirà niente e tutti applaudiranno. E poi il bianco e il nero sono colori che non passano mai di moda.

Il film pieno di citazioni

L’Oscar viene assegnato dagli addetti ai lavori, non dal pubblico. E gli addetti ai lavori adorano sentirsi tali. Quindi coccolateli, lisciate loro il pelo inserendo citazioni colte nella vostra pellicola. Il maggiordomo con la gotta che rimanda a quel piccolo film polacco degli anni ’50, la protagonista che indossa una parrucca rossa come quella soubrette italiana nel suo primo hard e via dicendo. Un film di merda pieno di citazioni è come un idiota che parla in latino: qualcuno di sicuro ci cascherà.

Il dramma sociale

Un film impegnato tocca sempre i cuori del pubblico. Il fatto che il mondo sia un posto bruttissimo rende tristi quasi tutti, a parte i produttori d’armi e i registi. Se non riuscite a farvi venire in mente un’idea valida, girate un film normale con attori ghanesi. Passerete alla storia come il Mandela della macchina da presa.

Il film visto con gli occhi di un bambino

Ci sono un sacco di persone adulte che si vergognano a dire: “Vorrei ritornare adolescente, quando andavo a limonare nei bagni del liceo e non avevo tutta questa cellulite.” Quindi diluiscono il concetto esclamando: “Quanta innocenza c’è negli occhi di un bambino! Dovremmo coltivare il bambino che c’è in ognuno di noi!” e altre puttanate simili. Questa categoria di persone va pazza per i film in cui la vicenda viene seguita dalla prospettiva di un minorenne. Soprattutto se ogni tanto va a limonare nei bagni.

Il kolossal

E’ la pellicola più complicata tra quelle presentate in questo post. Ci vogliono un sacco di soldi e, se qualcosa va storto, si rischia la figuraccia. L’aspetto positivo è che, se i vostri produttori sono disposti a spendere l’equivalente del PIL cambogiano, dovreste comunque portare a casa l’Oscar per i migliori effetti speciali.

Il one-man film

I film li fanno gli attori, oltre che i registi. E, se dietro la macchina da presa fate pena, nulla è meglio di un eccellente interprete per risollevare le sorti della vostra pellicola. Primi piani, lunghe sequenze introspettive, una sceneggiatura scritta apposta per l’attore. Non è difficile. L’unico problema è che Servillo è già impegnato con Sorrentino. Di libero sarebbe rimasto solo Vaporidis, se vi va bene uguale.

Le storie di vecchi

Un genere in grande crescita. Merito dell’invecchiamento della popolazione. Agli anziani non interessano le sorti del resto del mondo, vogliono solo che qualcuno gli dica che anche dopo i 70 anni ci si può ancora divertire. La maggior parte del pubblico troverà leggermente rivoltante la scena in cui due ospiti di una casa di riposo si tolgono la dentiera e si ficcano la lingua in bocca. Ma per gli spettatori over 70 è l’equivalente di un porno.

L’originalità, al cinema, non ha successo. Magari potrebbe pure averne, ma i produttori che vogliono investire in qualche pellicola fuori dagli schemi sono rari. E pure poveri. Per questo la mossa migliore è quella di seguire una delle solite vie banali per sembrare originali.

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