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Elogio dell’odio

Elogio dell'odioL’amore è un sentimento nobile e purissimo, ma sempre più persone sottovalutano le proprietà terapeutiche dell’odio. L’odio deve rappresentare la nostra catharsis, la nostra via di purificazione per pulire l’anima dalla sporcizia e dal vecchiume. Perciò l’oltreuomo ritiene cosa buona e giusta esternare tale sentimento con audace sincerità, per esorcizzare il male rabbioso che si annida dentro noi e poter guardare avanti con sobria lucidità. Beccatevi questo elogio dell’odio, non fine a se stesso ma necessario per sublimare una pulsione aggressiva; quindi non rompete le balle.

 

Odio la destra italiana: grassa, mafiosa, pornografica e classista; narcisa fino all’autoerotismo, consumata e pesantemente truccata come una prostituta a fine carriera.

Odio la sinistra italiana: debole, invidiosa e sempre pronta a lamentarsi per le ingiustizie che essa stessa alimenta. Concentrato di buonismo fine a se stesso che non porta ad altro che ad una pessima imitazione della destra.

Odio i giornali italiani, pronti a sputtanare qualsiasi persona per vendere una manciata di copie in più, senza mai puntare sulla qualità e sopravvivendo solo grazie ai contributi statali. Servi e lacchè che non conoscono il termine «deontologia».

Odio i pacifisti hippies strafatti, paladini di una serenità utopica che alimentano le guerre di droga consumando quintali di erba al giorno sventolando la bandiera della pace.

Odio le femministe convinte, che prive di una dose minima di intelligenza hanno pensato che diventare donne libere fosse trasformarsi in quei coglioni degli uomini.

Odio i finti depressi, che si lamentano ininterrottamente e dicono che la vita è una merda dal loro elegante attico del centro. Che gli venisse una bella depressione endogena.

Odio i musicisti snob, falliti rompicoglioni che passano la loro vita a emulare i loro miti americani e non fanno altro che criticare chi prova a fare qualcosa di diverso.

Odio i cattolici, pecorelle che rifiutano di godersi la vita e cercano di convincere gli altri a fare altrettanto.

Odio gli anticattolici, ignoranti fino al midollo e dogmatici più di chiunque altro. Protestano per i crocifissi nelle aule che non danno alcun fastidio, rompendo le balle e comportandosi esattamente come i loro nemici. Idioti!

Odio gli omosessuali integralisti, che vogliono conformarsi ad un ideale borghese dal quale erano riusciti coraggiosamente a staccarsi.

Odio gli omofobi: checche latenti senza coglioni.

Odio la televisione italiana, malata di par condicio, dove l’opinione individuale può essere espressa solo sul grado di troiaggine di una concorrente del grande fratello.

Odio i maestrini, che si sentono i migliori del mondo quando ti riprendono per un accento messo male da qualche parte; passano le giornate nel sito dell’accademia della crusca cercando una motivazione per le loro inutili esistenze.

Odio gli studenti Erasmus, che dopo un anno mantenuti a non fare un cazzo, a scopare e a ubriacarsi, tornano a casa pieni di sermoni su come l’Italia faccia schifo e su come all’estero le vagine abbiano il sapore della cioccolata.

Odio gli intellettuali della domenica, fermi ad un passato defunto e incapaci di riconoscere nelle loro profonde considerazioni il cancro dell’invidia che li consuma.

Odio i genitori competitivi, che rovinano la vita ai figli e ne prendono le difese anche se accoltellano l’insegnante in classe.

Odio gli insegnanti ignoranti, incapaci di guidare gli studenti verso un percorso critico perché troppo concentrati a confrontare i loro stipendi con quelli della Francia e della Germania.

Odio i sindacati, che lasciano morire i disoccupati per garantire il posto fisso agli occupati che non fanno un cazzo.

Odio i fascisti, che continuano a portare prove del buon operato amministrativo del duce pensando in questo modo di giustificare tutto il resto.

Odio i pressapochisti, che si bevono la storia così come ce l’hanno insegnata senza porsi delle domande.

Odio chi dà sempre la colpa agli altri per la vita di merda che si ritrova.

Elogio dell’odio: Amen.

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