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Cose che solo chi lavora può capire

La disoccupazione giovanile in Italia è al 40%. Praticamente la metà dei giovani sotto ai 35 anni è senza lavoro.

Se non esistesse la disoccupazione giovanile, riusciresti a immaginarla?

Ho visto le migliori menti della mia generazione affamate, folli, social, trascinarsi per indeed e uffici di collocamento in cerca di contratti a progetto, i creativi dello IULM e dello IED lanciare i portfolio dalla sopraelevata cercando di colpire i dirigenti della Leo Burnett che bevono trementina in Paradise Alley.

lavora

Insomma il caos. Quello con la C toscana aspirata maiuscola. Tantissimi ragazzi sotto i 35 anni, in questo momento, con l’estate che volge al termine, si stanno chiedendo cosa faranno domani. Ma lo sanno loro e lo sappiamo anche noi che domani staranno a casa, come ieri, come oggi e come la settimana prossima. Cercheranno svogliatamente una professione adatta alle loro attitudini e in linea con le loro qualifiche. La psichedelia del divano.

Per una volta, solo per una, concedetemi di non pensare a loro.

Pensiamo agli altri.

Chi sono gli altri?

Siamo noi che a lavorare ci andiamo anche se abbiamo meno di trentacinque anni.

Questo post è per gli under 35 che lavorano. Per tutti e per te…

…per te che è ancora agosto ma hai già finito le ferie. Anche quest’anno i tuoi coetanei hanno passato l’estate a mollo.Sopporti le battute sui tuoi pochissimi giorni di mare.

…per te che svolgi mansioni impegnative e la sera devi andare a letto presto. A volte sei troppo stanco per guardare la tua serie TV e ti sale la voglia di non rinnovare l’abbonamento a Netflix perché tanto a cosa serve? Non hai il tempo.

…per te che ti sei laureato in tempo a una triennale professionalizzante e lavori da quando avevi 23 anni.

…per te che vorresti uscire con la tipa giovane che hai conosciuto nel week end ma lei ti dà sempre appuntamento nei giorni feriali. L’innocenza è non conoscere la differenze tra un martedì pomeriggio e un sabato.

…per te che lavori e ti sembra di avere meno soldi di quando accarezzavi i libri con l’evidenziatore. Ed è più difficile anche l’aperitivo.

…per te che continui a comprare libri da leggere come facevi ieri ma sei sempre più lento a finirli.

…per te che lavori ma ti sei dovuto adattare perché va così. Non si può fare sempre quello che si vuole.

…per te che quando senti parlare di disoccupazione giovanile provi ad andare oltre la statistica ma non ci riesci. Non si può avere una visione personale di tutta l’Italia. Un po’ ti fidi dei sondaggi e un po’ guardi il tuo mondo, ti sembra e alla fine, proprio in fondo in fondo a ogni analisi possibile, dopo i sondaggi da TV e dopo le chiacchiere da bar, dopo chi lavora e anche dopo chi sta cercando occupazione ma qualche volta rifiuta per cercare meglio, oltre ogni sovrastruttura etica e morale e sociale, là dove si è solo under 35 italiani, boh, ti viene da pensare che l’estate sia finita un po’ per tutti.

In conclusione, osservare la vita dei tuoi amici disoccupati ti dà la misura di quello che potresti fare se non lavorassi nemmeno tu. Confronti dove la propria vita sembra sempre migliorabile. Il disoccupato vuole il lavoro, il lavoratore vorrebbe stare a casa, chi ha il pane non ha i denti, chi ha i denti non ha il pane, l’erba del vicino è sempre la più verde. E altri luoghi comuni.

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