Politica

Berlusconi e la Politica: una storia d’amore.

BerlusconiNel 2015, Berlusconi aveva settantanove anni. Erano già tre anni che aveva abbandonato la politica. Erano restati fermi nelle proprie posizioni da una parte e dall’altra, senza tentare un riavvicinamento e senza cercarsi mai. D’altronde rivedersi, perché? Per ferirsi?  Per capire chi aveva ragione sull’altro? Berlusconi era di coccio ma la politica era di ferro.

Diciamolo, Berlusconi era un ricordo pesante nel cuore della politica italiana. Si era figurato che la politica non l’avesse mai amato, e che questa vecchia politica, dura e sorridente, che spergiurava, gridava, si indignava o gioiva di cose futili, non avesse per lui che quell’affetto allo stesso tempo leggero e severo dei vecchi. Berlusconi si sbagliava. Ci sono dei padri che non amano i loro figli. Ma la politica, noi lo sappiamo, idolatrava Berlusconi. Lo idolatrava alla sua maniera, con accompagnamento di critiche e odio; ma, questo vecchio politicante smarrito, sentiva un vuoto nero dentro il cuore; pretendeva che la politica non parlasse più di lui, rimpiangendo di essere obbedito. Durante l’inizio dell’interdizione lui sperava che questa comunista, moralista, idealista e becera politica tornasse da lui. Ma le settimane passavano, i mesi passavano, passarono gli anni. I vecchi hanno bisogno d’affetto come del sole. È il calore.

Per  quanto fosse indipendente la natura politica, l’assenza di Berlusconi aveva cambiato qualcosa in lei. Per niente al mondo avrebbe voluto fare un passo verso quel piccolo miserabile divertente omino; ma soffriva. Non si informava mai su di lui ma ci pensava sempre. Lei viveva sempre più ritirata nella democrazia rappresentativa. Era ancora, come altre volte, ridicola, vergognosa, violenta, disattenta ai bisogni dei suoi cittadini o ingiusta, ma adesso, le sue derive sociali terminavano sempre con uno sconvolgimento interiore, con la mancanza di una causa. La politica diceva qualche volta: – oh! se ci fosse quel piccoletto gli darei la colpa!

Mentre la politica rimpiangeva, Berlusconi si approvava. Come tutti i cocciuti, il dolore gli aveva costruito un’armatura. Non pensava alla politica che con dolcezza, ma non aveva voluto più ricevere nulla da lei. Era la traduzione mitigata delle sue prime indignazioni. Inoltre, lui era felice di aver sofferto e di soffrire ancora.

Lo aveva fatto per la figa.

Liberamente ispirato a ‘I Miserabili’ di Hugo

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