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Differenze tra chi ama e chi odia i Mondiali

Oggi iniziano i Mondiali e una buona fetta di popolazione italiana ne ha già i coglioni pieni. Per loro la soluzione ideale sarebbe un letargo estivo che li faccia svegliare il giorno dopo la finale. Tutti gli altri sono eccitatissimi. E “per tutti gli altri” intendo ogni canale televisivo, sito di informazione e bacheca Facebook in cui vi imbattete. Vediamo quindi quali sono le differenze tra chi ama i Mondiali e chi invece si ostina ad odiarli.

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Differenze tra chi ama e chi odia i Mondiali

 

Italia

  • Pro Mondiali: Conosce a memoria la formazione ideale e i nomi di tutti i convocati. Segue con apprensione gli sviluppi dell’infortunio di Barzagli e si chiede chi cazzo ‘sto Darmian che pare essere titolare. Se nella vita fosse sempre convincente come quando spiega perché Immobile è meglio di Cassano le cose gli andrebbero a meraviglia. Nel caso in cui Prandelli lasciasse la Nazionale è pronto a diventare il nuovo C.T.
  • Contro Mondiali: Non riesce a capire perché le nazionali abbiano un C.T. e non un allenatore come tutte le altre squadre. E’ molto infastidito perché Prandelli non ha convocato Baggio e Del Piero, gli unici due calciatori di cui saprebbe riconoscere il volto. Quando lo invitano a vedere la partita dice che preferisce rimanere a casa a guadare un film, che ascolterà con le cuffie per non venire disturbato dal boato di tutto il quartiere che esulta per un gol della Nazionale.

Tv

  • Pro Mondiali: Nonostante i commenti dei giornalisti RAI siano uno stupro ai danni del calcio, l’appassionato guarda con interesse ogni trasmissione sui Mondiali. A volte si scoccia perché il commentatore di turno sbaglia i nomi dei giocatori del Camerun.
  • Contro Mondiali: Per lui i giornalisti che si accapigliano davanti alla moviola sono esseri umani incomprensibili. Non accende la tv durante il resto dell’anno, figuriamoci se lo fa per i Mondiali. L’unico canale su cui ogni tanto si sintonizza è Rai Storia, di cui segue con interesse la programmazione.

Calciatori

  • Pro Mondiali: Sa benissimo che 10 volte su 11 si tratta di una manica di cerebrolesi che si caratterizza per un complicato rapporto con i congiuntivi. Machissenefrega. Nei giorni del Mondiale i giocatori diventano i suoi eroi. Per questo non urla: “Forza Balotelli!”, ma “Vai Maaariioooo!”.
  • Contro Mondiali: “I Mondiali sono l’oppio dei popoli e i calciatori fanno da pusher.” Questo pensa chi odia vedere i propri connazionali esaltarsi per i gol di attaccanti che con gli armadi hanno in comune la stazza e il Q.I.

Tifo

  • Pro Mondiali: Inizia la serata discutendo di formazione e tattiche. La prosegue procurandosi ipoacusie croniche a forza di suonare le vuvuzelas. La finisce sempre con la vuvuzela, ma piantata in bocca in verticale mentre sopra di lui un amico versa dentro lo strumento una caraffa di gin lemon.
  • Contro Mondiali: Ovviamente non gliene frega un cazzo di tifare. Odia anche quelli che girano sotto casa sua suonando il clacson con lo stesso sorriso ebete che aveva lui quando dieci anni prima saliva sugli autoscontri. Il giorno dopo esce di casa nervosissimo perché non ha chiuso occhio fino alle 3 e guarda con fastidio le facce rincoglionite di chi ha concluso i festeggiamenti all’ora in cui lui faceva colazione.

Seconda squadra

  • Pro Mondiali: Sa che il calcio è un grande baraccone nato e mantenuto per far soldi. Tra dirigenti, scommettitori e dopati il football fa la collezione Panini della gente di merda. Proprio per questa voglia di rivincita sociale  (e per il fatto che comunque non vincerà mai) come seconda squadra tifa una Nazionale africana.
  • Contro Mondiali: Odia il calcio. Ma ancora più del calcio odia chi si esalta per quei “22 deficienti che inseguono una palla” (cit. ogni fidanzata). Per questo (e per un’inespressa voglia di essere linciato) tifa per la squadra che gioca contro l’Italia.

Finale

  • Pro Mondiali: C’è l’Italia? Meglio. Non c’è l’Italia? Fottesega. La finale dei Mondiali è un momento sacro che deve essere vissuto con la birra in mano.
  • Contro Mondiali: Gode pensando che questa sarà l’ultima sera in cui si sente un profugo in fuga dal calcio. Sorride mentre inizia a guardare l’ennesimo film. Poi si ricorda che alla fine, domani, tutti gli stronzi che ora sono davanti alla tv se li ritroverà per strada, in aula studio, al bar. E si sente circondato.

 

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